Taglio del nastro per i nuovi spazi del Politecnico a Lecco nell’ex maternità
Aule, laboratori innovativi di robotica e prototipi ma anche gli Archivi Badoni
LECCO – In passato, l’edificio era il padiglione “Sala”, destinato ad accogliere il nuovo reparto maternità del vecchio ospedale, oggi è “incubatrice” di idee innovative, per le imprese e per il territorio, frutto del lavoro di ricercatori e studenti del Politecnico: una nuova vita per l’ex Maternità che è stata inaugurata questa mattina con il taglio del nastro ufficiale dopo una cerimonia nell’aula magna dell’ateneo.
In tutto 4 mila metri quadrati, disposti su tre piani, con nuove aule e laboratori che vanno così ad ampliare il polo universitario lecchese con questo ultimo tassello, che completa l’insediamento del Politecnico di Milano nel cuore della città del Manzoni. L’edificio, inoltre, ospita al piano terra gli Archivi Badoni della storica realtà industriale.
L’intervento era stato avviato a suo tempo dalla Provincia, proprietaria dello stabile, ma si era arenato nel 2014 dopo il fallimento dell’impresa aggiudicataria dei lavori. L’ente, qualche anno dopo, ha deciso di concederlo in comodato gratuito trentennale al Politecnico che nel 2018 ha preso in mano il cantiere avviando la ristrutturazione dell’immobile.
“Avremmo potuto inaugurarlo già lo scorso anno ma abbiamo rimandato la cerimonia a causa dell’emergenza sanitaria, nel frattempo abbiamo già iniziato ad usare i nuovi spazi” ha spiegato il prorettore del Polo di Lecco, Manuela Grecchi.
I lavori si sono infatti conclusi nel dicembre del 2019 per un importo complessivo di 7,3 milioni di euro finanziati per 3,2 milioni da Regione Lombardia, 2,5 milioni da Fondazione Cariplo, 1 milione di euro dal Politecnico e 600 mila euro dalla Provincia di Lecco.
“Il miglior investimento”
“Abbiamo investito molto sul polo di Lecco e questo ateneo è diventato un sito importante di ricerca ma luogo che è parte della città per gli stessi cittadini che lo attraversano come una piazza e questo ci fa molto contenti – ha sottolineato il magnifico rettore Ferruccio Resta, aprendo gli interventi in aula magna – vogliamo costruire insieme questi nuovi spazi, che sono a disposizione del territorio e delle sue imprese”.
“L’unica ricetta per il futuro di un territorio -ha aggiunto – è quella di rendersi attrattivo per i giovani che vi si insedieranno con le proprie idee e il proprio bagaglio di competenze. Vogliamo che Lecco domani sia ancor più caratterizzata dalla presenza degli studenti della nostra università”.
Per Claudio Usuelli, presidente della Provincia, questa “è una giornata da ricordare e raccolgo personalmente quanto seminato negli anni precedenti dai miei predecessori e dai passati consiglieri provinciali che sono stati lungimiranti. L’obiettivo, oggi come allora, era quello di investire sul futuro e sui nostri ragazzi”.
“Il miglior investimento di Regione Lombardia – ha rimarcato l’assessore regionale Fabrizio Sala, anch’esso presente all’inaugurazione – che su questo luogo ha creduto in passato e continua a crederci anche oggi. L’ateneo di Lecco è l’esempio di come si possa fare rete sul territorio lombardo tra mondo dell’università e della ricerca, istituzioni e imprese”.
Una realizzazione, quella inaugurata che non sarebbe stata possibile senza i contributi della Regione di Fondazione Cariplo: “Siamo noi a ringraziare – ha commentato Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo – il nostro compito è quello di amministrare denaro che possa rigenerare il territorio e siamo felici che vi siano progetti utili al territorio come questo su cui investire, costruendo un pezzo del nostro futuro”.
Un’attenzione della quale la città ringrazia con le parole di Vico Valassi presidente di UniverLecco, imprenditore e sostenitore di lunga data dell’ateneo lecchese: “Il riconoscimento che ci è stato dato negli anni, in particolare da Regione Lombardia, è stato fondamentale per crescere. Volevamo creare a Lecco un piccolo hub dell’innovazione e non sarebbe stato lo stesso senza questo sostegno e senza gli imprenditori del territorio”.
Tre piani di laboratori e spazi per l’innovazione
Partendo dall’alto, al secondo e al terzo piano dell’ex Maternità sono stati dislocati alcuni laboratori già presenti in altri spazi del Politecnico e collocati nel nuovo edificio, altri invece sono delle novità.
Vi si trova il Laboratorio Prototipi e di stampa 3D, il Laboratorio Sensori e Sistemi Biomedicali che si occupa di sviluppare soluzioni e modelli di sistemi e sensori per il monitoraggio di parametri vitali per la ricerca clinica, la telemedicina e lo sport.
Completamente nuovo è il laboratorio Bioinspired Systems, sperimentale di progettazione bio-inspirata sia da un punto di vista della ricerca in materia di robotica, mobilità, efficienza energetica e sviluppo di macchine e dispositivi ottimizzati per svolgere compiti specifici, prendendo appunto ispirazione dalla natura.
Ci sono poi lo “Human Vibration Laboratory” il laboratorio che si occupa dello studio dell’effetto delle vibrazioni sul corpo umano, il “Wemsy Lab – Wireless Embedded Systems”, l’E4Sport Lab e un laboratorio interdipartimentale legato alle tematiche della robotica collaborativa applicata a contesti di disabilità, benessere lavorativo e prevenzione.
“Il valore aggiunto è essere multidisciplinari – ha sottolineato il prorettore Grecchi – l’incrocio delle competenze e lo scambio con le imprese che può avvenire grazie anche a questi nuovi spazi”.
L’archivio Badoni
L’ex Maternità ospita al primo piano anche il laboratorio “Pier Luigi Nervi” all’interno del quale verranno sviluppate una serie di attività legate alle tematiche di valorizzazione delle architetture del ‘900, declinandone i vari aspetti in una ampia gamma di interventi di didattica, ricerca e sperimentazione.
Infine, al piano terra, l’Archivio Badoni di proprietà del Comune di Lecco, che comprendono documenti dall’età napoleonica in poi, attraverso i quali è possibile ricostruire alcuni aspetti della storia del periodo risorgimentale e dello sviluppo industriale nel settore metallurgico e metalmeccanico della città di Lecco e del suo territorio. Le principali serie sono relative alle famiglie Badoni e Gattinari, alle imprese industriali Badoni e ai loro rapporti con enti pubblici e privati.
“Badoni è stata una delle prime imprese a fare welfare aziendale, con la creazione di una scuola e di una mensa per i propri dipendenti, quest’ultima interessata oggi da un progetto di rinascita dedicato proprio al sociale grazie alla Fondazione Comunitaria – ha ricordato il sindaco Mauro Gattinoni – continuiamo dunque a scommettere sul futuro”.