Aria malsana in Lombardia. Legambiente: “Con la salute dei cittadini non si scherza”

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Qualità aria smog Lombardia Legambiente
Palazzo Lombardia a Milano immerso nella coltre degli inquinanti atmosferici, Milano 5 febbraio 2024 (ph.: Legambiente Lombardia)

Da inizio gennaio smog sopra la soglia di legge nei capoluoghi di pianura

Lecco si “salva” ma sul territorio attive le misure emergenziali di livello uno

LECCO – L’anno non è iniziato nel migliore dei modi per la stato dell’aria in Lombardia: un pesante smog ha caratterizzato l’inizio del 2024. Dati preoccupanti, stando a Legambiente Lombardia, a poca distanza dal report 2023 redatto da Legambiente e CleanCities Campaign, Mal’Aria di Città 2024

In tutti i capoluoghi della pianura lombarda le concentrazioni medie misurata dal 1° gennaio a ieri (7 febbraio) si sono mantenute ben al di sopra della soglia di legge per la concentrazione media annua (40 microg/mc) – precisa Legambiente – peggio di tutte Monza che nella centralina urbana fa misurare un valore medio prossimo ai 60 microg/mc sicuramente associata al traffico urbano. Non va molto meglio nelle altre città, a partire dal quadrilatero degli allevamenti intensivi, CR-BS-BG-MN, e poi Milano, Lodi e Pavia“.

Migliora la situazione nei capoluoghi pedemontani di Varese, Como, Lecco e Sondrio, dove nonostante il forte ricorso all’utilizzo dei combustibili legnosi, la qualità dell’aria si mantiene entro la soglia di legge. “Ma è una magra consolazione – continua l’associazione – considerando che quella soglia è ormai obsoleta e in via di aggiornamento, per avvicinarla al valore guida che l’OMS raccomanda di non superare come media annua (15 microgrammi/mc)”.

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“Passando dai valori medi alla conta dei giorni con aria inquinata oltre la soglia normativa per la tossicità acuta (50 microg/mc) le cose vanno molto male – prosegue Legambiente – Nei primi 38 giorni dell’anno infatti Bergamo e Brescia hanno già avuto 23 giorni di aria che, per la norma vigente, dovrebbe essere considerata ‘tossica‘, nonostante la tolleranza che stabilisce in 35 il numero di giornate con polveri sottili superiori a 50 microg/mc”.

In pratica, nelle due città si è respirata aria insalubre 2 giorni su 3. Non molto migliore il dato per le altre città della pianura, Monza, Cremona e Milano, pari (de)merito a 22 giorni. Il dato apparentemente più positov dell’atteso a Mantova non deve illudere: esso infatti accusa il malfunzionamento, per diversi giorni, della centralina di riferimento (Mantova Gramsci).

“I primi dati del 2024 già mostrano una situazione in forte deterioramento rispetto ai miglioramenti rilevati nel corso dello scorso anno – commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Regione Lombardia deve rivedere sia le misure emergenziali sia i provvedimenti strutturali, con la salute dei cittadini non si scherza. Per ciò che riguarda le misure emergenziali, non serve agire quando l’accumulo è già notevole, occorre introdurre il modello predittivo e preventivo come già avviene in Emilia-Romagna, mentre strutturalmente è urgente iniziare una seria politica di riduzione dei veicoli diesel, responsabili sia del biossido di azoto sia del particolato secondario. In ambito agricolo, non si deve consentire lo spandimento dei liquami sia prima sia durante gli episodi di accumulo degli inquinanti”.

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Nelle aree in rosso presenti nella cartina sono attualmente attive le misure emergenziali di 2° livello, in arancione le zone dove sono attive quelle di 1° livello. Nelle aree verdi non è attiva nessuna misura emergenziale, quindi né di limitazione del traffico né degli spandimenti di liquami (province della pianura occidentale, incluse Milano, Monza e Lodi).

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