“Crisi e futuro delle professioni di cura”, una ricerca per fare il punto della situazione

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Due momenti per riflettere su un tema delicato e centrale per la tenuta del sistema di servizi alla persona

“La partecipazione così numerosa ci conferma l’urgenza di questa riflessione”

LECCO – Nei giorni scorsi a LeccoSondrio, presso le Camere di Commercio territoriali, si sono svolti due convegni dal titolo “Crisi e futuro delle professioni di cura“, organizzati da Confcooperative dell’Adda, Consorzio Consolida e Consorzio Sol.Co. Sondrio (qui l’articolo).

Due momenti territoriali partecipati da più di 200 persone, che hanno avuto lo scopo di presentare gli esiti della ricerca “Lavorare in cooperativa oggi. La voce dei nuovi professionisti della cura e il turn over nelle imprese sociali” affidata a Euricse, ente specializzato nello studio dell’economia sociale, e realizzata grazie al prezioso contributo di Fondazione Comunitaria del Lecchese e Fondazione Pro Valtellina.

Un tema delicato e centrale per la tenuta del sistema di servizi alla persona, che ha chiamato a raccolta rappresentanti degli enti locali, delle Ats territoriali, delle rappresentanze sindacali, oltre che del mondo del Terzo Settore, per riflettere in maniera condivisa sugli elementi di attrattività del lavoro sociale per le giovani generazioni di operatori, oltre che analizzare, con rigore e scientificità, quali elementi di contesto e quali dinamiche organizzative incidano sull’elevato tasso di turn over all’interno del settore (28,3% sul complessivo dei lavoratori, ma che si impenna al 35,8% sul campione di lavoratori under 35).

“La partecipazione così numerosa ci conferma l’urgenza di questa riflessione. Non mi è mai capitato come nell’ultimo anno di trovare una convergenza così forte su questo allarme, dettato dal fatto che non riusciamo più a trovare i professionisti della cura. È un tema comune a molti altri settori, ma nei servizi alla cura non trovare risorse umane significa mettere a rischio la sicurezza delle nostre comunità” sono le parole di Gabriele Marinoni, Presidente di Confcooperative dell’Adda, che ha aperto i lavori di entrambi i seminari.

Gabriele Marinoni, Presidente di Confcooperative dell’Adda
Gabriele Marinoni, Presidente di Confcooperative dell’Adda

“Il tema riguarda tutti e ciascuno, non solo gli addetti ai lavori. La preoccupazione riguarda non solo il venir meno dei servizi ma anche l’impoverimento di un patrimonio relazionale di cura che si sta disperdendo” ha sottolineato Maria Grazia Nasazzi presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese.

Maria Grazia Nasazzi di Fondazione Comunitaria del lecchese
Maria Grazia Nasazzi di Fondazione Comunitaria del lecchese

“É la prima ricerca in Italia di questo tipo: un’operazione coraggiosa e innovativa, con un campione davvero molto significativo di 1.200 operatori coinvolti e 24 cooperative sociali che hanno aderito con convinzione alla ricerca. Un settore che si guarda dentro e che dà voce ai propri lavoratori, mentre altre indagini di questo tipo interrogano solo i vertici organizzativi” ha rilevato il Direttore della rivista Vita, Stefano Arduini, che ha moderato le due giornate.

Le ricercatrici di Euricse, Sara Depedri e Martina Bonazza, hanno illustrato i principali elementi presi in analisi, mettendo in luce il fatto che i giovani professionisti della cura attribuiscono grande importanza all’aspetto contrattuale, una tendenza che a livello nazionale si riscontra certamente anche in altri settori.

Questa consapevolezza emerge chiaramente da una riflessione approfondita sulle dinamiche organizzative e dalla necessità di un miglior posizionamento in termini di compiti e competenze professionali. In risposta a tali considerazioni, molti di loro orientano la propria scelta verso enti pubblici, soprattutto per quanto riguarda gli educatori impiegati nei servizi di assistenza scolastica, gli assistenti sociali e gli operatori socio-sanitari.

“Nei processi di affidamento dei servizi, pubblico e privato sociale condividono la funzione sociale e lo sviluppo territoriale, ma non pongono al centro della progettazione il ‘buon lavoro’. Questa è una pista di lavoro molto importante per trovare nuove strategie di fidelizzazione dei lavoratori ma anche di recruitment di nuovi operatori” sottolineano le ricercatrici.

Le ricercatrici di Euricse, Sara Depedri e Martina Bonazza
Le ricercatrici di Euricse, Sara Depedri e Martina Bonazza

“La ricerca è un punto di partenza, non d’arrivo. Le cooperative devono raccogliere le sfide poste dalla ricerca, ma anche il contesto territoriale deve essere interrogato e coinvolto. Il modello di welfare può in questo senso fare la differenza, soprattutto se basato sulla collaborazione tra pubblico e privato” sostengono i due rappresentanti dei Consorzi territoriali di Lecco e Sondrio, Lorenzo Guerra e Elena Bottà.