La marea arcobaleno del Pride invade Lecco: “Una festa dei diritti”

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Il corteo del Lecco Pride ha attraversato le strade del centro

“Costruiamo un mondo a misura di tutti”. La dedica a Cloe Bianco, morta suicida per il peso del pregiudizio

LECCO – Una marea arcobaleno ha sfilato per le strade del capoluogo manzoniano per il Pride Lecco, la seconda edizione dopo quella dello scorso anno ma la prima a svolgersi con un vero e proprio corteo lungo le vie cittadine.

Partiti da via Ghislanzoni, di fronte al politecnico, in duemila hanno sfilato per corso Martiri per raggiungere il lungolago e quindi le piazze del centro. “Siamo in tanti oggi, un po’ ce lo aspettavamo. Lecco aveva bisogno del Pride” ha rimarcato Dalila Maniaci, presidente di Renzo e Lucio, associazione che da anni si batte per la tutela dei diritti del mondo LGBT+, alla guida della macchina organizzativa della manifestazione.

“L’obiettivo era quello di riunire nella stessa piazza persone con età diverse, storie diverse e condizioni diverse da quella che può essere la norma più diffusa, un condizione che non hanno potuto scegliere – ha proseguito la presidente – vogliamo costruire e vivere un mondo a misura di tutti, in cui tutti possano vivere pienamente e realizzarsi”.

Troppe ancora le discriminazioni e la dimostrazione è la recente storia di Cloe Bianco, morta suicida a causa del peso dei pregiudizi. Proprio a lei è stato dedicato il ‘pride’ lecchese.

Dalila Maniaci, presidente di Renzo e Lucio

“Lecco Pride è uno spazio aperto, non è un oasi felice della città ma la città stessa, che tutti siete inviati a frequentare – ha aggiunto Dalila Maniaci – ha valori molto forti ma è di una sostanza malleabile, perché è fatto di persone”.

Tanti i giovani in piazza insieme a molte realtà associative del territorio a partire dalla Cgil, gli studenti, amministratori pubblici e associazioni, anche il gruppo Scout Agesci Lecco 3 ha partecipato nonostante il dissenso di una parte del mondo cattolico della città: “Ponti, non muri” è il messaggio significativo che ha sfilato con loro.

Gli scout che hanno partecipato al corteo

“E’ una festa dei diritti – ha rimarcato l’assessore ai Sociale, Emanuele Manzoni – è importante ritrovarsi oggi con più soggetti a ragionare su quello che può essere il percorso migliore per garantire i diritti di tutti, a prescindere dalla loro condizione e dalla modalità del loro amore”.

 

Una grande emozione, racconta Mauro Pirovano, già presidente di Renzo e Lucio, vedere questa onda arcobaleno invadere la città: “Sono anni che lavoriamo per cambiare le cose. Questa manifestazione dimostra quanto siano stupidate quelle dette sui pride. Qui oggi ci sono tanti ragazzi che chiedono di avere i propri diritti ed essere rispettati. Solo questo. E’ così’ semplice”.

“Il Comune di Lecco ha aderito con convinzione fin dalla prima edizione e fin dal primo minuto, senza lasciare spazio a distinguo o obiezioni: davanti alla affermazione per i diritti non si può temporeggiare – è intervenuto dal palco Mauro Gattinoni – dopo la prima edizioni mi sono giunte diverse sollecitazioni, più o meno educate. In sostanza mi chiedono: ‘Sindaco, anche io ho degli amici gay, ma il Pride a Lecco è proprio il caso di farlo?”

Il sindaco Mauro Gattinoni sul palco insieme ad alcuni amministratori del territorio

Una domanda a cui il sindaco di Lecco si è risposto guardando proprio al caso di Cloe Bianco, a quell’applauso che ha affossato il DL Zan lo scorso anno e alle parole del presidente Sergio Mattarella contro l’omotransfobia.

“Dopo aver osservato, ascoltato e approfondito, ben consapevole della responsabilità in capo a chi riveste ruoli istituzionali, al di là delle pur legittime opinioni o sensibilità personali, ho il dovere di mettere in pratica quei principi fondamentali della convivenza civile, principi improntati al rispetto, all’accoglienza, all’inclusione. Quindi – ha detto Gattinoni – rispondendo a quella domanda iniziale, concludo ancor più convinto: sì, del Pride anche a Lecco, c’è bisogno”.