Lecco e turismo. Farinetti: “La bellezza non basta, serve l’impegno”

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L’imprenditore fondatore di Eataly a Lecco ospite di Confcommercio

Oscar Farinetti incontra imprenditori e studenti. Tavola rotonda su turismo ed enogastronomia

LECCO – Il turismo? Non è soltanto la grande aspirazione di una città come Lecco, che in questi ultimi anni ha intravisto le sue potenzialità in questo settore, è una questione su cui l’intera Italia, il Bel Paese, deve interrogarsi per mettere meglio a frutto il proprio patrimonio di ricchezze storico-paesaggistiche e di tradizioni legate alla buona cucina.

Ce lo dice uno dei più grandi, tra gli imprenditori dell’enogastronomia, che hanno saputo far conoscere l’Italia nel mondo: Oscar Farinetti, fondatore Eataly, catena di prodotti dell’enogastronomia italiana con venti punti vendita in Italia e altrettanti sparsi per il globo.

Ospite d’eccezione dell’evento promosso martedì’ a Lecco da Confcommercio e Piaceri d’Italia, Farinetti ha incontrato gli imprenditori del settore e gli alunni degli istituti alberghieri portando la sua esperienza e il suo pensiero.

Oscar Farinetti al centro tra i partecipanti della tavola rotonda che ha coinvolto istituzioni locali e imprenditori

Turismo, si deve fare di più

“L’Italia possiede da sola il 70% del patrimonio artistico mondiale, dovrebbe mancarci il fiato solo a pronunciare questa frase – ha sottolineato l’imprenditore –   Eppure non siamo il Paese più visitato al mondo. Perché Roma fa 7,8 milioni di turisti stranieri all’anno e Dubai, che ha solo sabbia e capannoni, ne fa 15 milioni? Perché, guardando in casa nostra, la Sicilia con un mare bellissimo e più di mille km di costa fa 5,5 milioni di turisti stranieri mentre Rimini e Riccione, con un mare decisamente peggiore, ne fanno 22 milioni? La differenza sta nelle persone”.

“La chiamano creatività di gruppo, connessione di menti per costruire il futuro – ha proseguito Farinetti – è quello che è successo sul litorale romagnolo, quando ci si inventò di vendere l’ ‘ombra’ ai turisti sulla spiaggia, insieme promuovere piatti tipici, sviluppare l’accoglienza”.

“Lecco è bellissima, resto a bocca aperta ogni volta che mi capita di venirci, ma da sola  la bellezza non basta a salvare il mondo, serve impegno e molto spesso a tanta bellezza con corrisponde altrettanto sforzo” ha sottolineato Farinetti.

Insieme agli studenti degli istituti di formazione turistico-alberghiera

E’ il suo messaggio agli imprenditori, alle istituzioni che ha incontrato in serata a Palazzo Falck, nell’incontro aperto dal presidente di Confcommercio Antonio Peccati, e agli studenti a cui ha tenuto una speciale lezione nel pomeriggio. “Il mio consiglio ai giovani è quello di essere aperti al mondo, conoscere la grande biodiversità nelle culture culinarie anche della nostra Italia, studiare tanto e avere coraggio”.

Il pranzo con le eccellenze locali del gusto

Con un “Oscar” della cucina italiana come ospite, la giornata per Farinetti a Lecco non poteva che cominciare all’ora di pranzo, quando si è seduto al tavolo con Franco Impelliccieri di Piaceri d’Italia promotore della giornata insieme a Confcommercio Lecco e a tre produttori locali: Giovanni Riva e Chiara Ferrari dell’Azienda Agricola Deviscio che hanno presentato la loro produzione casearia rigorosamente di capra con loro Luca Figini produttore dell’Olio Supremo e Mario Ghezzi dell’ azienda vitivinicola Terrazze di Montevecchia.

Ai fornelli Oscar Farinetti e Franco Impellicieri

Farinetti ha potuto degustare i prodotti locali dei tre produttori e gustare uno splendido piatto di tagliolini ai missoltini preparati da Impelliccieri. Al tavolo anche il neo presidente di Lariofiere Fabio Dadati in rappresentanza di Federalberghi Lecco.

Con Fabio Dadati di Federalberghi

Il segreto della cucina italiana? “E’ una tradizione nata tra le mura domestiche, non al ristorante come quella francese che quindi è molto più tecnica. La nostra, al contrario, è una cucina semplice e soprattutto replicabile. Con i giusti ingredienti, puoi cucinare lo stesso piatto mangiato al ristorante anche a casa. Possiamo dire lo stesso per un foie gras?”