L’economista femminista Azzurra Rinaldi ha presentato il suo libro “Le signore non parlano di soldi”
Pochi gli uomini presenti alla serata. Un dato di fatto rilevato anche dal sindaco Mattia Salvioni: “Il percorso alla parità di genere riguarda tutti”
MERATE – Il 42% delle donne non ha un conto corrente a lei intestato e, in due anni, l’Italia ha perso 24 posizione nella classifica del global gender gap, scendendo all’87 posto. Sono dati che fotografano quanta strada c’è ancora da percorrere sul tema della parità di genere quelli illustrati da Azzurra Rinaldi, economista femminista, ospite dell’incontro promosso giovedì sera in auditorium dal gruppo Ora Basta.
Con ironia, piglio ed empatia, la docente universitaria è partita proprio dallo spiegare con orgoglio il perché voglia essere definita come economista femminista. “C’è ancora molto timore verso una parola che viene considerata divisiva, ma femminismo non è il contrario di maschilismo ed è un termine che ha dentro di sé la non discriminazione”.
Una riflessione importante, calzante anche per il panorama meratese se si considera che l’incontro ha registrato la partecipazione di pochissimi uomini (non più di una decina) a conferma di quanto certi argomenti rappresentino ancora una barriera (invisibile) tra uomini e donne. Ne ha fatto cenno anche il sindaco Mattia Salvioni, intervenuto insieme all’assessora Patrizia Riva (e dopo la presidente dell’Altra metà del cielo Amalia Bonfanti) che ha proprio posto l’accento sulla mancanza di uomini e ragazzi a un percorso, quello della parità di genere anche negli aspetti economici, che serve invece alla città nel suo complesso.
Incalzata dalle domande della moderatrice Isabella Mauri che ha anche letto alcuni passaggi del libro “Le donne non parlano di soldi”, Rinaldi ha spiegato come da accademica abbia sentito l’urgenza di condividere il sapere con le persone, dando vita, su impulso di Michela Murgia, ai primi libri, tutti basati su dati ed evidenze scientifiche.
“C’è una sproporzione oggettiva tra quello che una donna fa in casa in termini di cura dei familiari, paragonabili a sei ore al giorno di lavoro gratis, rispetto a un uomo. E non parliamo delle fatiche a conservare un posto di lavoro dopo una gravidanza: siamo un Paese che incentiva la Naspi, ovvero il sussidio di disoccupazione, dopo la nascita di un figlio anziché attivare politiche per il rientro delle donne sul posto di lavoro”. Rinaldi ha parlato di un’economia ancora fortemente basata su canoni di virilità con una tesi, quella dell’home oeconomicus, che, complice anche l’ultima pandemia mondiale, che sta scricchiolando da più parti.
“Stiamo riscoprendo il super potere dell’empatia e della sorellanza”, strumenti importantissimi per contrastare quel sessismo benevolo, strisciante e quasi impercettibile, che si annida ancora in molte menti, soprattutto per quello che riguarda l’emancipazione femminile per quello che concerne i lavoro, i soldi e l’autonomia economica.
Non è un caso se il titolo del libro scritto nel 2023 e presentato al pubblico meratese è “Le signore non parlano di soldi”, ricordando la convinzione comune che una donna che parla di soldi risulterebbe ambiziosa, materiale e venale.
Le signore, questa la sintesi dell’incontro, hanno invece tutto il diritto (e anche il dovere) di parlare di soldi perché questo tabù non conviene a nessuno, in primis al mondo economico stesso. Peccato che anche a Merate siano stati pochi i signori a volere ascoltare queste parole.