Oltre il carcere: in mille a Missaglia per l’incontro con gli attori di Mare Fuori e don Burgio

Tempo di lettura: 4 minuti

Grande successo per l’incontro promosso sabato pomeriggio da Costruiamo il futuro

Disagio giovanile e giustizia riparativa al centro dell’appuntamento all’oratorio di Missaglia

MISSAGLIA – “Tu non sei quello che produci o i voti che prendi: sei molto di più. E il mare fuori è molto altro da scoprire, insieme”. Sono le parole, profonde e dirette, con cui don Claudio Burgio ha voluto chiudere il bell’incontro organizzato nel pomeriggio di oggi, sabato, dalla Fondazione Costruiamo il futuro.

Ospite sul palco dell’oratorio di Missaglia insieme agli applauditissimi attori della famosa serie televisiva Mare Fuori Giacomo Giorgi (che interpreta Ciro Ricci, giovane detenuto che muore nel corso di una rivolta da lui stesso innescata) e Vincenzo Ferrera (Beppe Romano, un educatore dell’istituto), don Burgio ha condiviso con il numeroso pubblico presente in sala, circa mille persone, la sua esperienza di cappellano al carcere minorile di Milano e fondatore dell’associazione milanese Kayròs.

“Le lacrime che vediamo nella serie televisiva sono pianti reali al Beccaria. Quello che mi sta sconvolgendo sempre di più, soprattutto in questi giorni difficili per il carcere milanese, è che il male sta diventando normale e l’omertà sembra essere un codice universale”. Un riferimento che ha portato prepotentemente alla ribalta del dibattito, moderato dalla giornalista del Corriere della Sera Elisabetta Soglio, il ruolo degli adulti, intesi sia come genitori che come educatori.

“Se trasmessi degli intessi concreti, se sai muovere le loro passioni, i ragazzi ce la fanno: c’è sempre una speranza di poter cambiare vita” ha ribadito Ferrara, vestendo anche nella realtà i panni dell’educatore che deve confrontarsi anche con il rischio di sbagliare, arrivando anche a sentirsi un fallito, come è successo nella fiction a Beppe dopo la morte di Ciro. “Penso che lo Stato abbia delle grosse responsabilità quando non sa dare un futuro e una speranza a questi ragazzi, che si sentono più protetti e garantiti dalla malavita organizzata” ha aggiunto Ferrara, evidenziando come sarebbe necessario migliorare anche la vita di chi lavora in carcere, trovandosi ogni giorno di fronte a sofferenze e limiti. “Il pregio di Mare Fuori è stato anche quello di mettere in risalto una figura sempre trascurata ovvero quella degli educatori”.

Un ruolo importante riconosciuto anche da Giacomo Giorgi che ha posto l’accento sulla necessità di coinvolgere tutti, dalle famiglie alle istituzioni, intorno al tema della responsabilità educativa.

“Ai ragazzi dico che non è possibile tornare indietro, ma è sempre possibile però migliorare. Certo, non possiamo pensare di cambiare tutto e subito. Ma sono stufo di adulti che non fanno gli adulti” ha detto con schiettezza don Burgio ribadendo a gran voce un’altra sua convinzione: “I ragazzi non sono cattivi, ma captivi, schiavi di una realtà che li sommerge e di una cultura della prestazione continua. In questo contesto è fondamentale trovare figure adulte capaci di far aprire le mente ed allargare lo sguardo facendo intuire che c’è sempre un’altra possibilità”.

Oltre le sbarre, oltre i propri sbagli, oltre i propri limiti: “Penso che il mare fuori è il bene che possiamo fare e che pochi, come l’educatore Beppe, ci insegnano” ha sottolineato il parroco don Andrea Scaltritti, confessando di essere un appassionato fan della fiction televisiva. “Non l’avevo mai vista” ha invece ammesso, al termine dell’incontro, l’onorevole Maurizio Lupi, presidente della Fondazione Costruiamo il futuro, riconoscendo di essere stato catturato dai brevi spezzoni della serie trasmessi durante il pomeriggio. “In questa società abbiamo bisogno di bellezza, di maestri e di testimoni. Non solo, dovremmo anche finalmente smettere di parlare di giovani, ma iniziare a parlare con loro”.

L’incontro odierno, intitolato “Mare Fuori – Tra Fiction e realtà”, ha rappresentato il primo appuntamento di “Costruiamo Cultura”, il ciclo d’incontri organizzato dalla Fondazione Costruiamo il Futuro sul territorio della Brianza per il 2024. La prossima data da segnarsi in calendario sarà il 27 maggio, quando l’auditorium del Comune di Merate ospiterà la presentazione del libro “Una battuta, Presidente” (edito da Marlin), scritto a quattro mani da Vittorio Amato, giornalista dell’AdnKronos, e Giovanni Lamberti, collega dell’Agi, che in questa sorta di diario hanno raccolto vent’anni di “inseguimenti” e appostamenti.

GALLERIA FOTOGRAFICA

Advertisement