Santa Maria Hoè celebra il 25 novembre sotto la croce in ferro di Tremonte

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Ieri la cerimonia in occasione dalla giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Il sindaco ha voluto svolgere la manifestazione davanti alla croce in ferro di Tremonte posta a protezione delle donne da qualsiasi violenza

SANTA MARIA HOE’ – A Tremonte, sotto la croce in ferro posta a protezione delle donne da qualsiasi violenza, l’Amministrazione Comunale di Santa Maria Hoè ha celebrato ieri sera, giovedì 25 novembre la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Presenti insieme agli esponenti dell’amministrazione comunale, capitanati dal sindaco Efrem Brambilla e dalla capogruppo Elisa Montani,  Paolo Tentorio dell’associazione Centro Studi Krav Maga (CSKM) che si occupa di difesa personale delle donne e Paola Panzeri, in rappresentanza dell’associazione l’Altra Metà del Cielo – Telefono Donna di Merate, che si occupa di tutelare, accogliere, aiutare le donne in difficoltà attraverso sportelli di ascolto ed accoglienza, messa in protezione, case rifugio e molto altro.

“Abbiamo affisso una targa in ricordo di questa giornata ed abbiamo lasciato un vaso di rose rosse – ha spiegato Brambilla annunciando anche l’intenzione di promuovere, nell’ambito del progetto “Donna Difesa – IO MI DIFENDO” promosso dal centro studi Krav Maga, un corso di difesa personale rivolto alle sole donne. 

“La violenza contro le donne nello Stato italiano è purtroppo in aumento. Sono necessarie politiche decise ed adeguate per ridurre il problema – ha aggiunto – . Abbiamo scelto questo luogo del nostro paese come simbolo di questa giornata e qui svolgeremo anche le future iniziative volte a sensibilizzare la cittadinanza sul tema”.

Il sindaco ha poi fornito dei particolari storici: “La croce di ferro che fu esposta in segno di protezione delle donne da qualsiasi violenza, secondo la tradizione del paese ricorderebbe anche donne scomparse. Antiche storie tramandate sino ad oggi raccontano di donne rapite da eserciti di passaggio e da briganti. Vecchi racconti parlano di loschi figuri, i “Capeluni” (soggetti dai grandi cappelli, in dialetto), che che scendevano dal Monte di Brianza per rapire giovani donne per poi spingerle nelle profondità della Torre di Tremonte”.