Si chiama Michael Fowler, ha 55 anni, è inglese e di professione è Assistant Director Sheres and Assets Valuation ovvero si occupa di valutare il valore azionario di aziende non quotate in borsa. Lui semplifica, e dice di essere un “semplice esattore delle tasse”, che appena può si libera di giacca e cravatta per “appiccicarsi” sulla roccia. Una passione quella dell’apinismo ereditata dal padre e coltivata negli anni a tal punto che oggi mister Fowler oltre a ricoprire la carica di presidente del Club Alpino Britannico è considerato uno dei migliori alpinisti al mondo.
Giovedì sera, Michael ha fatto tappa al 2184, ai Piani Resinelli, ospite del padrone di casa Marco Anghileri. Una piacevole serata in cui l’alpinista inglese ha ripercorso le tappe più importanti della sua vita alpinistica focalizzando l’attenzione del pubblico su tre grandi imprese: il Golden Pillar sullo Spantik Peak (salita che lo ha catapultato frai big dell’alpinismo), quindi lo Syguian in Cina (ascensione che gli valse il Piolet d’or nel 2003) e il Sulamar in occasione della sua ultima tappa in Cina.
Supportato da una video proiezione e dall’abile traduttore Luca Calvi, Fowler ha divertito il pubblico in sala anche grazie al suo senso dell’umorismo. Imprese di spessore, ma mai prive di momenti esilaranti. Divertente l’episodio che gli capitò, con un amico, in gioventù scalando una scogliera di gesso nei pressi di Dover, ascensione fatta con picche e ramponi proprio per la consistenza “burrosa” della parete. “Dopo varie peripezie per arrivare all’attacco, iniziammo l’ascensione, ma dal mare la guardia costiera dopo averci individuato intimò di non proseguire, ma di scendere… Noi col cavolo che ascoltammo l’alt e proseguimmo la scalata. Fu all’uscita che trovammo un po’ di gente ad accoglierci per una ‘festicciola’: soccorso medico e polizia. Fummo arrestati per provocato allarme. Questo per me fu il primo di una lunga serie di problemi con la polizia a causa delle miei arrampicate. L’ultimo? Solamente due settimana fa, a 55 anni suonati…”.
Non è mancata nemmeno sullimpegnativo Spantik Peak una divertente (a posteriori) disavventura.”Per non incappare in problemi legati all’altezza con l’amico di cordata decidemmo di prendere una pastiglia consigliata dal medico – racconta Fowler – L’effetto collaterale fu quello di un potente sonnifero e la mattina seguente, dalla cengia su cui eravamo appollaiati ci ritrovammo appesi come dei salami in parete. Quando mi svegliai non capivo dov’ero finito. Poi ho realizzato. Quindi ho cercato l’amico e guardando più imbasso vedevo una mano uscire dal socco a pelo e sentivo una voce roca che chiedeva aiuto…”. Il siparietto costò ai due il rientro al campo base perchè l’amico scivolando notte tempo perse un po’ di materiale.
Fowler si è detto affascinato dalla vastita della Cina e dalle numerose cime che ancora non sono state violate.
Un’attrazione forte che sta portando il britannico a concetrare l’attenzione su questa zona del pianeta, tant’è che sta progettando per il 2012 un’altra impresa in Cina: “Preferisco non svelare la meta – ci ha spiegato – Diciamo che stiamo valutando alcune vette che si trovano a Est del Tibet”.
Un personaggio unico Michael che al termine della serata ha avuto modo anche di autografare numerose copie del suo libro: “Su Ghiaccio sottile”, titolo anche della serata alla quale non sono mancati nomi di importanti, come Aldino Anghileri, Sergio Longoni, Fabio Valseschini, Roberto Chiappa e il sempre presente Giuseppe Orlandi Calumer.