Cine verso il Tor: allenamento sulle cime lecchesi

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Un insolito Resegone visto da Olino

Ancora sui sentieri sopra casa, ancora per un allenamento più lungo del solito, complice una mattinata perfetta per “stare in giro a pascolare”, come mi piace definire ciò che faccio realmente. Mica correre come pensano in tanti.

L’idea è quella di fare tutte le cime che si vedono mettendosi spalle al lago, ovvero partendo da destra: Monte Magnodeno, Resegone, Due Mani, Grignetta(o Grigna Meridionale), Coltignone, San Martino e per finire, il Monte Melma. Per fortuna che il Grignone(o Grigna Settentrionale) non si vede, altrimenti sarebbe toccato pure a lui. La voglia c’è, la “testa” pure, forse però mancherà il tempo.

Per un giro del genere, o sei il Carlo Ratti o Nicola Golinelli del caso, oppure devi mettere in preventivo parecchie ore. Le mie sono “solo” 8, dalle 6 alle 14, poi tocca giustamente tornare dalla famiglia.

Il primo pezzo è la tradizionale, per me ovviamente, salita al Magnodeno da Campo de Boi, passando per il Baitello dei Cacciatori del Lanzone. Sapevo che avrei trovato qualcuno a presidiare la baita e infatti colgo al volo l’invito per un caffè. Guardo l’orologio e i minuti passano imperterriti. Ma se ho imparato qualcosa da questo modo di approcciarsi alla montagna (non mi definisco un alpinista, sarebbe un offesa per chi lo è veramente) è quella di non avere ansia di arrivare, ansia di “dover fare per forza questo e quello” perché va a finire che si commette qualche errore, e in montagna gli errori si pagano a caro prezzo. Quindi, arriverò e farò quello che riuscirò. Punto. Saluto e riprendo la salita. Ormai quel tratto lo conosco a memoria, ma amo girarmi per vedere lo scorcio su Lecco. Ma in che posto spettacolare viviamo?. Scollino sul Magnodeno(1h10’) e mi fiondo (forse ho un attimo esagerato) sul sentiero che mi porta verso Pass del Foo(1h35’). Invece di scendere nuovamente verso casa (qui l’articolo su un altro giro), prendo il sentiero che conduce all’attacco della Ferrata del Centenario. Non raccolgo l’invito a prendere la via più breve per arrivare a Pian Serada, ma imbocco “La Staffa” che mi porterà sul sentiero “1”, a metà strada tra il Canalone Bobbio e, appunto, Pian Serada.

Una veduta di Lecco dal sentiero "La Staffa"
Una veduta di Lecco dal sentiero “La Staffa”

Alzo la testa e vedo parecchie persone che corrono, vestite molto “minimal”. La febbre Resegup ha proprio contagiato tanti che sfruttano il weekend per provare il percorso. Mi accodo alla ciurma e raggiungo il rifugio Azzoni(2h46’). Il tempo di salutare Gianluca Nazzaro e Matteo Panzeri, due amici impegnati anche loro a testare il tracciato, che prendo subito la via della discesa.

A distanza di 10 giorni dall’ultima visita, la neve se è notevolmente ridotta, ma il primo tratto rimane sempre interamente ricoperto. Decido di adottare uno stile di discesa poco professionale ma molto efficace: glutei a terra e viaaaa. Primi 500m volati, mai successo. Scendo fino alle Forbesette per poi risalire fino al Passo del Giuff (3h10’). A quel punto, il percorso Resegup gira verso Erna, mentre io punto la Forcella di Olino che raggiungo dopo 40’(3h50’) di discesa nel bosco.

Il Due Mani visto dalla Forcella di Olino
Il Due Mani visto dalla Forcella di Olino

Una volta arrivato alle porte di Morterone, percorro la strada che scendo per un chilometro circa sulla strada asfaltata, fin quando trovo l’inizio del sentiero che sale verso il Monte Due Mani: la prima metà è un continuo sali&scendi, poi la traccia inizia a farsi ripida e mi mette in seria difficoltà. Arrivo alla croce dopo circa 50’(4h48’) da quando ho abbandonato l’asfalto. Mi fermo per godere del panorama e fare qualche foto, visto che la prospettiva è diversa dai soliti miei riferimenti.

Lecco vista dal Due Mani
Lecco vista dal Due Mani

Decido, vista l’ora, di rimettermi in viaggio verso Ballabio, anche perché il meteo sta volgendo al brutto. Il primo tratto è molto esposto sulle crestine, circa 20’ buoni dove fare molta attenzione ad ogni passo. Qui non si corre. Arrivato ad un segnavia, seguo “Bongio-Ballabio” che raggiungo dopo altri 30’(5h45’) di discesa parecchio impegnativa.

Ecco i primi caseggiati di Ballabio che mi riconducono alla “civiltà” dopo quasi 6 ore sui pascoli. Ops! 6 ore, il tempo sta per scadere e quindi opto per imboccare subito il Passo del Lupo e catapultarmi a casa. Guardo la Grignetta e penso “La prossima volta toccherà anche a te”. La gamba c’è e questo mi rende l’ultimo sforzo meno pesante del solito. Chiudo il giro in 6h32’ di cammino effettivo e quasi 8 ore trascorse. Un buon allenamento. E la domanda che mi sono fatto sulla prima salita, mi ritorna in mente Ma in che posto spettacolare viviamo? 

30Km, 2750m D+
30Km, 2750m D+

p.s: il giro sarebbe continuato da Ballabio ai Resinelli attraverso la Val Grande, per poi arrivare in Grignetta dalla “Direttissima“, scendere dalla Cermenati. Una volta tornato ai Resinelli, ColtignoneSan Martino e, infine, casa.