LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
“Il Sindaco con la sua lettera aperta ai cittadini (e quindi anche a me) ha ragione. Se non avesse torto.
Ha ragione, da vendere, a criticare il Patto di Stabilità. Ha torto, marcio, quando dice che, per questo, ha le mani legate.
Questa Sua lettera sembra, a me, più un espediente retorico per provare a buttare lontano da lui, anche quelle responsabilità, colpe, che invece sono tutte sue, tutte loro. Tra queste, in primis la forza dell’inerzia.
Il Patto di Stabilità c’è da anni e nessun azione di mitigazione è stata messo in atto. Questo Patto, è bene ricordare, inoltre lo sta volendo (da ani) il Suo stesso Partito.
Le difficoltà oggettive di questa crisi, i continui cambi di norme, non possono però nascondere l’inerzia e giustificare la cattiva Amministrazione di questi 3 anni. (non pochi mesi)
Le ripetute “non scelte” non vanno omesse o lasciate sottintese nella cronaca.
E gli vanno ricordate, ogni volta, quando piange miseria, lamenta impedimenti romani.
Quando, in altre parole, come con questa Lettera Aperta, si giustifica davanti alla Sua inerzia.
Villa Manzoni non è in quello stato pietoso solo per colpa del Patto di Stabilità. Le Opere pubbliche non sono al palo solo per mancanza di fondi.
Il mancato risparmio sulla bolletta nelle scuole o i gravi tagli a servizi sociali, famiglie, anziani, bus, Croce Rossa, non erano obbligatori. Si poteva e doveva intervenire su Irpef e IMU. Modulando le aliquote facendo pagare di più i più ricchi, i supermercati, le banche, i grandi proprietari immobiliari. Per avere quelle risorse di cui oggi ci si lamenta della mancanza. Risorse per fare, almeno un poco, quello che non si sta facendo, quello che non si farà. Quello, più oggettivamente, che non si è, irresponsabilmente, voluto fare.
Modulando Imu e Irpef e predisponendo un Bando “chiavi in mano” per i pannelli fotovoltaici di proprietà sui tetti delle scuole eliminando la bolletta ect.
Tutto questo aggirava anche il Patto di Stabilità. La madre di tutte le scuse. E’ questo che continuo a contestare al Sindaco. L’assenza di slancio, l’incapacità di progettare il futuro. L’imputare ad altri, a Monti, alla crisi, al Patto di stabilità, colpe che sono anche sue. Che sono sue.
Si accontenta di trovare scuse e fa pagare il cittadino. Aumenta la mensa scolastica e non mette nel Piano delle Opere un Centro Cottura che gli farebbe risparmiare milioni; si vanta di vendere (lui dice valorizzare) beni pubblici dicendo che non ha soldi ma butta via 160.000 all’anno per mantenere (chiuso) un sottoscala come la Sala di via Foscolo. Con quei soldi poteva pagare un mutuo milionario.
Aumenta del 30% i biglietti e taglia centinaia di corse dei bus ma si vanta di promuovere la mobilità sostenibile con 50 bike-sharing che non usa quasi nessuno e costano centinaia di migliaia di euro. Potrebbe ridurre il costo delle sue bollette usando le società Es.co per ridurre le inefficienze energetiche, ma niente.
C’erano (e ci sono) cioè 101 modi per non impoverire i cittadini che però credono che sia solo tutta colpa della crisi. E la Lettera aperta del Sindaco berlusconianamente prova a continuare a farglielo credere.
Paolo Trezzi, Cittadino