LECCO – Approvati il Regolamento comunale per la disciplina del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi e la determinazione delle tariffe per l’anno 2013. Si chiude così, quindi, l’iter per la determinazione della Tares, la tassa sui rifiuti che sostituisce la Tarsu. Nonostante una lunga discussione, che nella serata di lunedì ha visto per almeno un paio di ore i consiglieri di maggioranza e di opposizione dibattere su coefficienti, tassi variabili e incentivi per chi ricicla, alla fine il Consiglio ha approvato sia il regolamento che disciplina questa tassa che le tariffe proposte dalla Giunta e votate in Commissione. Confermati, quindi, i tassi fissi e variabili che abbiamo già pubblicato lo scorso mercoledì (leggi articolo) e che, stando a quanto afferma l’assessore al Bilancio Elisa Corti, “non penalizzerebbero in modo eccessivo le famiglie numerose. Ciò che mi preme sottolineare – aggiunge – è che la Tares non porterà un aumento rispetto alla Tarsu, bensì una ridistribuzione della tassa tra le varie categorie. Se ci sarà chi pagherà di più, ci sarà anche chi pagherà di meno”.
Di seguito riportiamo ancora una volta la tabella con le tariffe:
Utenza domestica – La Tares si compone, quindi, di due parti: nel caso dell’utenza domestica quella fissa, stabilita per legge, deve essere moltiplicata per i metri-quadrati della superficie mentre quella variabile dipende dal numero degli occupanti. Per conoscere l’importo della tassa bisognerà, quindi, sommare le due parti (fissa moltiplicata per i mq e variabile) e aggiungere una maggiorazione di 30 centesimi al mq. Il coefficiente scelto dalla Giunta, ossia quello massimo, sarebbe quello che “più di tutti ripartisce – continua Corti – il gettito della tassa a vantaggio dei nuclei più grandi”.
Affermazione, questa, che non vede concorde il consigliere di Fratelli d’Italia Giacomo Zamperini, autore di un emendamento bocciato e che avrebbe “ulteriormente alleggerito la tassa per le famiglie numerose”, a scapito di chi vive da solo o in coppia. Sempre in riferimento all’utenza domestica sono stati approvati due emendamenti, il primo presentato dal consigliere Alessandro Magni e volto a creare un fondo a sostegno di chi è più in difficoltà e il secondo firmato congiuntamente da Casto Pattarini (Pd) e Cinzia Bettega (Lega Nord), concordi nel ridurre la tassa in modo più sostanzioso per le utenze domestiche virtuose nella raccolta differenziata.
Utenza non domestica – Ma accanto alla questione dell’utenza domestica, altro tema che ha scaldato l’assise è stata la regolamentazione della tassa per le utenze non domestiche, per le quali è stato scelto coefficiente medio per la parte variabile di 21 delle 24 categorie di utenze non domestiche, mentre per 3 di loro (ristoranti; mense, pizzerie e pub; frutta, verdure, fiori e piante), ossia quelle che rischiavano di avere un aumento del 100 % rispetto alla vecchia Tarsu, si è optato per il coefficiente minimo. Nel caso delle utenze non domestiche entrambe le parti, fissa e variabile, devono essere moltiplicate per i mq, così come la maggiorazione di 30 centesimi. Anche qui non sono mancati gli interventi, a partire dalla non approvazione dell’emendamento presentato da Ezio Venturini (Idv) e che proponeva la riduzione sulla tassa del 20 % alle attività della categoria 22 (Ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie e pub) che decidano di bandire dai propri locali slot machine e video poker. Una bocciatura che è arrivata in seguito all’intervento di Casto Pattarini, che ha messo in luce come la categoria 22 “non sia quella dei bar, bensì quella dei ristoranti. Attività, queste, che generalmente non prevedono slot machine”. Forse un errore nella stesura dell’emendamento, fatto sta che la modifica proposta da Venturini ha visto astenersi dodici consiglieri e non è passata.
Sì, invece, ai tre ordini del giorno presentati da Alessandro Magni: una dichiarazione di intenti, quindi, per un Consiglio che ha deciso di votare positivamente innanzitutto la proposta del consigliere di ripartire diversamente il gettito della tassa tra utenze domestiche e non. “È corretto far pagare a chi consuma più di chi produce? – domanda Magni – Ritengo che le utenze domestiche dovrebbero pagare un po’ di meno rispetto alle categorie produttive”. Stesso esito per l’ordine del giorno volto a rendere più esplicite e articolate le trenta categorie non domestiche, dando attenzione a criteri eco-ambientali, sociali ed economici di incentivazione o disincentivazione in ognuna di queste e applicando coefficienti tariffari opportuni. Infine approvato anche l’ultimo punto, con misure che vanno dalla migliore pulizia delle strade all’appalto del servizio di raccolta di rifiuti urbani. Voti favorevoli che, come si sa, implicano una futura presa in considerazione di questi temi ma che per il momento non modificano il regolamento e le tariffe, entrambi approvati.