LECCO – E’ ufficiale: dopo la Provincia anche il Comune esce dal Polo Logistico del Bione. Lunedì sera in consiglio comunale è stata approvata la delibera che prevede la cessazione della partecipazione azionaria del Comune nella società che detiene la proprietà dei 33 mila metri quadri del polo logistico integrato del Bione.
La società “Polo Logistico Integrato del Bione Lecco – Maggianico s.p.a”, alla quale partecipano la Provincia di Lecco, il Comune di Lecco, rispettivamente con un valore delle quote di 600 mila e 900 mila euro, e la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura, nasce con lo scopo di promuovere, realizzare e gestire un interporto merci nell’area del Bione. Interporto che ad oggi non è stato realizzato e che ora, con la vendita delle quote societarie, non competerà più a Comune e Provincia e spera nell’ingresso di acquirenti privati.
Una decisione inevitabile secondo il sindaco Virginio Brivio: “L’area del Bione non è più nostra da anni, è una situazione complicata che avrebbe visto in ogni caso un coinvolgimento di privati nel progetto e ora stiamo solo anticipando la nostra fuoriuscita, però, dato che si va a vendere una compartecipazione societaria legata a una destinazione d’uso già stabilita e vincolata, non è detto che in seguito Comune o Provincia potrebbero rientrare nel progetto in altri modi e dare un contributo diverso”.
Nessun voto contrario alla delibera, ma la minoranza si è astenuta dalla votazione perché, come dichiara il consigliere Ncd Antonio Pasquini “bisogna prendere atto che un progetto che aveva ottimi presupposti è fallito e la responsabilità spetta alla politica in generale”. Nello specifico il collega di partito Stefano Chirico precisa: “andiamo a vendere a 900 mila euro un’area che ne era costati due milioni di euro. In tutta onestà non credo che così si faccia un servizio alla città di Lecco, ma ormai è troppo tardi per le discussioni e permangono le perplessità sulla reale fattibilità dell’area di interscambio”.
Di tutt’altro parere, invece, è il consigliere di maggioranza Casto Pattarini che non reputa fallimentare la decisione della vendita perché “non è importante chi sia il proprietario di quell’area, ma che non venga cambiata la sua destinazione d’uso”.