LECCO – Wall Street passa a “Libera” e a Lecco nascerà la pizzeria della legalità. Martedì sera in consiglio comunale è stata approvata la delibera che affida all’associazione antimafia, in collaborazione con il Comune, Regione Lombardia, Prefettura e Aler, la gestione dei locali confiscati a Franco Trovato che, dal 14 maggio del 2006, erano stati affidati al Comune di Lecco.
Il costo per i lavori di ristrutturazione si aggira intorno ai 700 mila euro, Regione Lombardia ha dato disponibilità per un finanziamento di 400 mila euro, Aler parteciperà ai lavori e “Libera” si impegna a trovare il resto dei fondi necessari, ma, proprio a causa di questi elevati costi, il progetto non ha ottenuto il favore di parte della minoranza.
“E’ assurdo spendere quasi un milione di euro per dimostrare che Lecco è una città contro la mafia – commenta Angela Fortino, consigliere Ncd – non è una cosa sensata spendere tutti questi soldi…che siano della Regione o meno, sono comunque soldi nostri! Per 15 tavoli questa cifra è decisamente troppo, per voi so che questo è simbolo importante, ma i soldi dei cittadini non possono essere usati come smacchiatori”. Fortino solleva una questione anche in merito all’iter di approvazione del progetto per la pizzeria della legalità: “Questo progetto è stato fatto tenendo all’oscuro i consiglieri comunali. Io sono a favore della legalità, la ristrutturazione è prevista in tempi brevi, ma il progetto era stato presentato già 2 anni fa, ora ci viene proposto così, senza poter fare modifiche, quando potevamo essere coinvolti almeno per le consulenze. Dovevate essere più rispettosi del ruolo di consiglieri comunali”.
“Qualsiasi progetto che vada nella direzione di confiscare i beni recuperati alle mafie è lodevole, Libera è l’associazione che prima di tutti e con più visibilità rispetto agli altri ha presentato proposte, ma il metodo con cui questo progetto arriva in consiglio oggi è bislacco – il consigliere di minoranza Giacomo Zamperini fa eco a Fortino in merito alle modalità con cui il progetto è arrivato in consiglio comunale – è stato gestito da altri livelli quando molte cose avrebbero potute essere migliorate con il lavoro del consiglio e delle commissioni. Oggi, invece, dobbiamo decidere se prendere il pesce che ci è saltato in barca oppure gettare di nuovo l’amo in mare e pescarne uno più grosso”.
Zamperini chiede inoltre: “Quanta concorrenza sleale ci sarà verso gli esercizi commerciali simili che si trovano nella stessa zona di Wall Street?”, secondo il consigliere, infatti, “la pizzeria della legalità non dovrebbe pagare né l’affitto né i dipendenti e si troverebbe a godere anche di altre condizioni più favorevoli rispetto ai normali esercizi commerciali, quindi le altre pizzerie di Lecco si troverebbero di fianco un concorrente sleale, che gode di maggiori agevolazioni e, quindi, può offrire lo stesso prodotto a prezzi più bassi”.
L’intervento più critico è stato quello di Sandro Magni, consigliere da poco uscito dalla maggioranza, che, in dichiarazione di voto, accusa: “Questa iniziativa è solo un tentativo di mettere un paravento su una situazione cittadina di infiltrazione mafiosa a cui questo consiglio è assoggettato”.
Di tutt’altro parere è, invece, la maggioranza che vede nella costruzione della pizzeria della legalità “un messaggio positivo per tutta la città”.
“Questo progetto è estremamente importante per la città – spiega Stefano Citterio, capogruppo del Pd in consiglio – possiamo riconsegnare l’immobile con lo stesso utilizzo di prima e questo è un messaggio di giustizia e speranza in un momento difficile per la nostra città: una brutta pagina della nostra storia si sta incanalando verso la migliore soluzione”.
“Non possiamo permetterci il lusso di farci scappare questa occasione – rimarca Giorgio Gualzetti, rispondendo anche alle perplessità di Zamperini circa una probabile concorrenza sleale da parte della pizzeria in progetto – e non ci sarà concorrenza sleale verso commercianti lecchesi perché tutte le cooperative hanno sempre pagato le tasse dovute ovunque abbiano lavorato, non usano i soldi dei servizi sociali per le loro attività e quindi quella di Zamperini risulta essere un’accusa gratuita”.
A dire la sua, infine, è il sindaco Virginio Brivio: “Non tutto gira sempre intorno al comune, a volte ci dobbiamo si mettere al servizio di altri livelli per raggiungere un obbiettivo, una destinazione concreta e non solo simbolica. La cifra indicata per la ristrutturazione è normale, funziona così quando ci si occupa dei beni confiscati alla mafia, anzi per Wall Street spenderemo molto meno rispetto ad altri beni confiscati a Lecco: per la pizzeria Giglio, ad esempio, spenderemo di più”.
Brivio si rivolge poi direttamente ai consiglieri intervenuti contro l’approvazione della delibera, esortandoli a non polemizzare su eventuali aspetti negativi: “Non fate demagogia spicciola quando siamo di fronte a una sfida interessante. Non capisco questa voglia di farci del male, queste nostre beghe sembrano un po’ le beghe da paese…Se non si raggiungerà l’obiettivo sarà un fallimento per tutti”.
Presenti nella sala consigliare anche Paolo Cereda, insieme ad altri due rappresentanti di Libera, e Paolo Trezzi, di Qui Lecco Libera, il quale, durante la discussione della delibera, ha alzato la mano chiedendo di poter prendere parola come era stato possibile per gli animalisti intervenuti in consiglio la sera precedente. Possibilità che, anche dopo una votazione richiesta dal consigliere Ncd Richard Martini, non gli è stata concessa.