A volte mi chiedo come ho fatto solo minimamente a pensare al Tor. Nel senso, quando e come è scattata la molla. Ho dei vaghi ricordi sulle prime 2 edizioni, forse solo della seconda, quella del 2011. Pensavo “Ma questi sono fulminati, 330Km in montagna, ma stiamo scherzando?“. E’ stata l’edizione della “beffa”, cioè dell’errore dello svizzero Gazzola che, dopo 315km s’è distratto un attimo e ha tagliato un pezzo di percorso. Dopo pochi minuti dal suo arrivo, la doccia fredda: SQUALIFICATO. Lui l’ha presa in un modo difficile da poter credere “Ho sbagliato, giusto essere squalificati“, sono state le sue parole. Ecco, forse proprio per questo che è venuto fuori il Tor Des Geants da qualche parte.
Poi s’è messo di mezzo anche Giacomo “Giak” Cominotti, collega di mia moglie e conoscente per vie traverse (Coni, 2Slow, Resegup, ecc…ecc…). Lui ha preso parte alla 3a edizione, nel 2012. Mi ricordo che l’ho seguito sul live(uno strumento via internet che ti da l’opportunità di capire come sta andando la gara), gli mandavo sms per sapere come stava andando e quasi m’era venuta la voglia di andare a Donnas per vederlo passare.
Ma la “spallata” decisiva me l’hanno data i libri sul Tor.
Il primo me l’ha prestato(e ce l’ho ancora, ops) il mio capo (Paolo Sala,ndc) con la seguente motivazione “Gara troppo lunga, non fa per me“, da uno che ha chiuso l‘UTMB(Ultra Trail du Mont Blanc, 170km) in 40 ore. Sto parlando dello scritto di Fabrizio Pistoni “Elogio del limite”, letteralmente divorato in poche sere. Ormai lo so a memoria, l’avro letto almeno 5 volte integralmente e altrettanti spezzoni qua e là. Devo ammettere che ancora resiste in cima alla mia personalissima classifica, un libro davvero ben scritto. Ogni volta che arrivo alle ultime pagine, mi emoziono sempre.
Recentemente, invece, il mio amico Marco Redaelli mi ha regalato un libro prettamente fotografico sul Tor. Degli scatti davvero stupendi, il che non è difficile visto l’ambiente in cui si sviluppa la gara.
Un altro interessante libro di “uno che il Tor Des Geants non lo voleva proprio fare” è quello di Giorgio Macchiavello, giornalista valdostano della Stampa, che racconta la sua avventura in “Magical Mystery Tor“.
In poco più di 100 pagine è riuscito a far trasudare l’amore per la montagna e per la propria terra. Macchiavello prenderà parte anche alla prossima edizione e sarà l’occasione per conoscerlo personalmente.
“The Last but not the least” il libro di Francesco Prossen “La Grande Corsa”, forse il più dettagliato tra i libri letti. Racconta per filo e per segno tutti i passaggi più importanti e sarà un sicuro punto di riferimento per il mio cammino.
Che cosa ho imparato da questi libri? Innanzitutto che il Tor è davvero lungo, che dovrò soffrire parecchio, che il sonno forse sarà l’aspetto più probante della gara, insieme al mal di gambe. Ok, questi sono il lati negativi, e fin lì c’ero arrivato.
Però da tutti emerge il “viaggio” personale che si fa con se stessi, con la propria mente, con il proprio spirito. Sei da solo in mezzo al nulla e devi continuare a
camminare….camminare….camminare…Quanti migliaia di pensieri mi passeranno per la testa? Questi pensieri cosa scateneranno? Qualcosa ho capito sull’esperienza degli altri, ma solo una minima parte.