ABBADIA LARIANA – L’edificio è situato in località Castello, piccola frazione di Abbadia tra San Rocco e Novegolo, appena sotto Robbianico. Il luogo è antichissimo e tracce importanti della presenza romana sono ben documentate.
In alcune note storiche si legge infatti che “intorno all’anno 800 nacque, vicino al lago, l’Abbazia benedettina di San Pietro voluta, secondo la tradizione, da Desiderio re dei Longobardi. L’Abate dei benedettini aveva una sua dimora che era situata appunto sul colle di Castello, all’interno della cinta muraria. All’esterno aveva fatto costruire una chiesa, intitolandola a San Bartolomeo”.
La chiesa è dunque, con il monastero, la più antica costruzione religiosa di Abbadia, tanto che il Liber Notitiae Sanctorum Mediolani di Goffredo da Bussero, scritto alla fine del XII secolo, ricorda già l’esistenza di San Bartolomeo, localizzandola appunto vicino al Castello dell’Abate, ossia nei pressi della fortificazione sulla collina di Castello e lungo la via del Viandante, dove i monaci benedettini avevano possedimenti.
Dagli Atti della visita pastorale del Vescovo Feliciano Ninguarda, effettuata il 24 novembre 1593, è possibile ricavare una descrizione abbastanza precisa di come doveva essere quella piccola chiesa, che a quell’epoca era ancora in stile romanico. Il muro a cui era attaccato l’altare e su cui vi erano gli affreschi del Crocifisso, di Santa Maria, di Santa Elisabetta e di San Bartolomeo si ergeva appena dietro la balaustra.
Si sa anche che molti dei morti in conseguenza delle varie epidemie di peste prima e di colera poi furono sepolti in grandi tombe centrali all’interno della chiesa.
Nel 1700 l’edificio venne ampliato e furono aggiunti la sacrestia e il campaniletto. Nello stesso periodo fu costruito un cimitero a valle della chiesa.
Ma non è tutto. In una descrizione risalente alla fine del 1800 si legge: “Lasciato San Rocco e avviandosi verso il cimitero si raggiunge Castello ove, sopra un promontorio, sta la chiesa di San Bartolomeo… Ha un altare in marmo con quadro rappresentante il martirio dell’apostolo. Ha sagrestia e comignolo con campana e ha ancora una stanza sopra la sagrestia. Vi si va processionalmente a cantar messa nel giorno secondo delle rogazioni. Vi si canta messa pure nel giorno di San Bartolomeo per un legato pagato dalla famiglia Antonio Bianchi”.
Venendo ad anni più recenti, va detto che nel 1985 venne rifatto il tetto grazie a un contributo della Regione Lombardia, della Cogefar e della Banca Popolare di Lecco, come si poteva leggere nelle cronache di quel periodo.
Nel frattempo, proprio in considerazione delle precarie condizioni statiche dell’edificio, la chiesa era stata sconsacrata nel 1970 su richiesta dell’allora parroco di Abbadia don Giovanni Zaboglio, mentre la richiesta di alienazione del bene era stata avanzata da don Giovanni Villa, che fu parroco sempre ad Abbadia dal 1995 al 2010.
Si arriva così al dicembre 2013, quando Alessandro Longoni – originario di Desio ma residente proprio ad Abbadia – acquisì la ex chiesa di San Bartolomeo dopo avere ottenuto le necessarie autorizzazioni da parte sia dell’Ufficio amministrativo e Arte sacra della Curia sia della Soprintendenza per i beni storici e artistici.
La condizione posta per l’acquisizione dell’ex edificio sacro è stata quella di non procedere a variazioni di destinazione se non quella di uso espositivo e museale.
Alessandro Longoni intende in effetti muoversi proprio in questa direzione. Vuole cioè mantenere vivo il ricordo della storica ex chiesa, utilizzando la struttura per eventi di vario tipo (in particolare di carattere culturale e sociale) e quale ideale location per manifestazioni celebrative.
E domenica 24 agosto, in occasione della ricorrenza liturgica di San Bartolomeo apostolo, la ex chiesa è stata aperta al pubblico e il parroco di Abbadia, don Vittorio Bianchi, ha portato a conoscenza dei presenti la vita del santo al quale è dedicato l’edificio e ricordato origini e storia della chiesa di Castello.
L’iniziativa ha ottenuto il pieno gradimento degli intervenuti, che hanno anche dimostrato di apprezzare e condividere i possibili utilizzi e i progetti futuri di Alessandro Longoni.