Albert il burattinaio, quando una passione diventa lavoro

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Albert Bagno con un burattino al presidio per ricordare le vittime di Charlie Hebdo

 

CALOLZIOCORTE – Albert Bagno, parigino di nascita e calolziese di adozione, fin da giovane ha sviluppato una grande passione per il mondo dei burattini, tanto da farla divenire un vero e proprio lavoro.

L’ultima sua fatica è la mostra “Compagno Burattino – i burattini e i burattinai durante la seconda guerra mondiale” che, domenica 30 aprile, sarà presentata nel quadro del programma “Burattini resistenti” organizzato nei festeggiamenti del 70° della Liberazione, ad Anzola dell’Emilia in provincia di Bologna.

Albert Bagno, burattinaio e ricercatore, è ormai un personaggio storico di Calolziocorte, lo conoscono  tutti nella cittadina e , grazie alle numerosissime collaborazioni con il comune di Calolziocorte e le scuole del territorio, tutti conoscono la sua grande passione per i burattini.

Una passione che da sempre ha influenzato la vita di Albert: “I miei genitori mi hanno sempre detto che sin bambino  manifestavo una grande passione per i burattini – spiega  lui stesso – ma sinceramente non ricordo molto, ho giusto qualche vaga reminiscenza del teatrino del Luxembourg a Parigi; la vera scintilla è scattata nel 1971 a Bruxelles, dove ho scoperto i pupi. Nel 1975 Massimo de Vita, del Teatro Officina di Milano, mi diede la possibilità di dar vita al mio primo laboratorio e da allora non mi sono più fermato. L’anno seguente, sono andato in Francia a Charleville-Mézières,  per assistere al festival mondiale dei teatri di marionette e in quell’occasione ho capito che questa passione sarebbe diventata il mio lavoro. Dal 1976  ho ottenuto diverse borse di studio che mi hanno permesso di formarmi presso validi maestri provenienti da tutto il mondo”.

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“Il mio modo di rapportarmi al mondo dei burattini si è sempre distinto per la creazione artistica – continua Albert – per la ricerca scientifica e storica, e per l’azione nel mondo pedagogico e terapeutico . In 40 anni di attività ho scritto, interpretato, animato e prodotto 35 spettacoli, condotto 30 ricerche storiche e tenuto diversi laboratori e conferenze, scrivendo articoli sia in Italia, che nel resto del mondo. I burattini e le scenografie sono prodotti interamente da me, con materiale semplice, quali cartoncini, cartoni e materiali di riuso”.

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Albert Bagno a un congresso internazionale dell’Unima (unione internazionale marionette)

 

La mostra vuole essere un modo originale di vedere la seconda guerra mondiale, attraverso il ruolo dei burattini e dei burattinai  – spiega il ricercatore – l’arte millenaria dei burattini è quella della comunicazione e della satira, l’arte del gioco e della riconquista della parola animata. Il burattino è la voce di chi non ha voce o di chi si vuole far tacere. Si vuole  mostrare un aspetto poco conosciuto della seconda guerra mondiale: la presenza dei burattini e del teatro di figura nei vari paesi e  nei vari fronti,  in particolare durante la resistenza e la guerra di liberazione. Molti artisti, scelsero di lottare anche con i burattini, a rischio della  propria vita. Alcuni di loro furono capi partigiani, certi sono morti per la libertà, altri sono stati imprigionati nei campi di concentramento”

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Germania – Prigionieri – Marionettisti polachi a Murnau

 

“L’obbiettivo fondamentale di questa mostra  – esplica Albert Bagno – è  fare conoscere dei bambini, degli uomini e delle donne che malgrado i tempi, hanno scelto di dare vita ai burattini e alle marionette, per questo si è cercato di raccogliere più foto dei protagonisti, rispetto a quelle dei loro burattini. Infine  vogliamo mostrare ai visitatori, che l’arte del teatro di figura è importante non solo per divertire, ma anche per educare e promuovere gli ideali della Pace e della Democrazia”.

 

 

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“Questo studio – conclude Albert – mette in evidenza una quantità e una qualità abbondante di materiali che non ci si aspettava di trovare. Con essi si scoprono che, per alcuni, l’uso del teatro di figura fu un’incredibile necessità e che finita la guerra non toccarono mai più i burattini, ma che grazie a loro hanno dato a molti la possibilità di vivere in democrazia”.

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La mostra “Compagno burattino” è solo un ulteriore tassello che si aggiunge a una carriera, quella di Albert, già piena di successi e collaborazioni internazionali.

 

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