LECCO – Furti in abitazioni o nei negozi, venditori abusivi nei parcheggi, “ondate” di rifiuti che deturpano il volto della città: Lecco è veramente una città sicura e decorosa? Lo abbiamo chiesto ai cinque candidati sindaci, ecco le loro idee.
Secondo lei Lecco è una città sicura?
ALBERTO ANGHILERI (Con la sinistra Cambia Lecco) – “Penso che Lecco sia una città sicura e non il Bronx come erroneamente è stata in alcune occasioni soprannominata. Certo si può fare meglio, quando parliamo sicurezza intendiamo il contrasto a fenomeni di micro criminalità che colpiscono soprattutto gli anziani e i soggetti deboli; la situazione può migliorare rendendo i rioni più sicuri, incrementando i luoghi di aggregazione, illuminando di più le strade. Più ci sarà vita nei rioni e nelle strade e meno la sicurezza sarà un problema di cui preoccuparsi”.
LORENZO BODEGA (Bodega sindaco Sì, NCD, Destra per Lecco) – “Lecco è una città ben presidiata dalle forze dell’ordine, poi, ovviamente, può sempre capitare qualcosa di spiacevole, ma nel complesso Lecco è una città sicura. E’ chiaro che nel momento del bisogno l’intervento da parte delle forze dell’ordine è immediato e la presenza fisica di agenti dà un senso di maggiore sicurezza, ma bisogna fare i conti con le risorse a disposizione. Il Comune può contare sul corpo della Polizia Locale che va valorizzato e impiegato nel migliore dei modi, il compito dell’amministrazione è far remare con sé la macchina comunale”.
VIRGINIO BRIVIO (PD, Appello per Lecco, Vivere Lecco) – Abbiamo investito tantissimo in questi anni sulla sicurezza, non lo abbiamo potuto fare sul personale anche se si è mantenuta un significativo numero di agenti, cercando di valorizzare meglio le figure amministrative. In secondo luogo abbiamo incrementato la sicurezza con la tecnologia perché gli investimenti fatti in questi anni sono stati importanti. E’ stata conclusa la la cerchia intorno alla città legata al progetto di rintracciabilità delle targhe. La sicurezza significa anche cose concrete come queste. Il sistema di video sorveglianza cittadino ha permesso di risolvere tanti casi e rintracciare i responsabili. Non bisogna però far passare l’equivoco che la sicurezza sia responsabilità solo del Comune perché è materia di competenza dello Stato: esiste una collaborazione stretta con le forze dell’ordine, con il coordinamento politico del prefetto e operativo della Questura; chiaro che, anche nell’ambito dei protocolli operativi, si può fare di più guardando anche a situazioni specifiche di degrado della città. E’ necessaria però anche la collaborazione dei cittadini, con segnalazioni pertinenti, perché tutti dobbiamo sentirci responsabili di ciò che capita in città e al proprio vicino”.
ALBERTO NEGRINI (Viva Lecco, Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia) – “Lecco è una città abbandonata e questa tesi è supportata dai dati oggettivi riscontrabili sulla massiccia presenza di abusivi. Nei parcheggi pubblici, ad esempio, queste persone fanno commercio dei biglietti usati, la loro è una era e propria attività sociale impropria strutturata e chiunque voglia parcheggiare a Lecco è costretto a confrontarsi con i parcheggiatori abusivi. Una situazione del genere non è normale, è sintomo di abbandono e non è tanto grave dal punto di vista della sicurezza, quanto per la mancanza di tutela delle regole civili della città”.
MASSIMO RIVA (Movimento 5 Stelle) – “Credo si possa fare di più: è necessario un adeguato presidio del territorio per salvaguardare e difendere la sicurezza dei cittadini. Riteniamo necessario un decentramento della sicurezza attraverso l’istituzione del Vigile di Quartiere: un soggetto che permetterà anche il recupero della conoscenza coi residenti e i commercianti dei rioni, per instaurare un rapporto di fiducia e familiarità. La Polizia Urbana a nostro parere dovrebbe essere riorganizzata in nuclei operativi autonomi dotati dei mezzi necessari per lo svolgimento del proprio compito e che presidino i nostri quartieri”.
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La presenza di venditori abusivi nei parcheggi cittadini è un problema più volte segnalato in Comune e alle forze dell’ordine: come risolverlo?
ANGHILERI – “Io credo si risolva trovando un lavoro per queste persone, so che detta così è complicata la faccenda. So anche che appaiono come noiosi o fastidiosi, lo stesso fastidio dovrebbe darlo il commerciante che non fa lo scontrino o l’artigiano che fa del ‘nero’. Non credo che sia il problema più grosso che la città deve affrontare”.
BODEGA – “Un problema che persiste quello degli abusivi nei parcheggi, non è una questione di facile risoluzione, perché è impossibile far presidiare l’area ventiquattro ore su ventiquattro, ma è necessario insistere perché il problema deve essere risolto, non è più tollerabile”.
BRIVIO –” Per anni abbiamo fatto più volte interventi di contrasto e con la Guardia di Finanza si è cercato di capire l’origine di quella merce venduta. So che i risultati non sono quelli attesi e nemmeno io sono contento della situazione. Penso che la prima cosa che possa aiutare a migliorare la situazione sia il comportamento dei cittadini e la scelta di non acquistare o accettare gli scambi di biglietti non esauriti con la mancia. Le verifiche effettuate hanno riscontrato che spesso questi soggetti sono in regola addirittura con la licenza commerciale anche se le merci che vendono non sono autentiche. Il Comune da solo non va da nessuna parte, la competenza della sicurezza è materia dello Stato e le forze dell’ordine hanno più strumenti a disposizione, anche di carattere investigativo e operativo, rispetto alla Polizia Locale che dovrebbe invece guardare ad altri ambiti di impiego. La regia principale è in mano alla Questura, ma serve collaborazione”.
NEGRINI – “Qualcosa ha favorito la diffusione degli abusivi nei parcheggi e bisogna intervenire su questi fattori, ad esempio a Lecco la presenza dei vigili è incredibilmente invisibile e viene a mancare la deterrenza ai comportamenti illegali. I vigili rappresentano l’autorità e servono a far rispettare la legge, quindi bisogna migliorare il loro impiego nelle vie della città. In linea di massima più che un problema legato alla reale insicurezza, a Lecco si è diffusa una percezione di insicurezza sulla quale l’amministrazione è chiamata ad intervenire”.
RIVA – “Una piccola premessa: la normalità è rivoluzionaria. Crediamo che la semplice applicazione rigorosa della legge ed un adeguato presidio del territorio ad opera delle forze dell’ordine possano porre fine al fenomeno dell’abusivismo. E’ una questione di volontà politica se tollerare o meno l’illegalità. Detto ciò, l’abusivismo commerciale è un danno autentico per i nostri commercianti, specie quelli del commercio minuto, senza contare il fatto che dietro gli extra comunitari che vediamo di solito ai parcheggi possono celarsi organizzazioni criminali strutturate. Lo stesso vale per l’accattonaggio. Noi saremo aperti e disponibili a fornire aiuto e supporto agli autentici bisognosi, attraverso gli uffici comunali preposti od il supporto, anche economico, nel limite del possibile ad associazioni di volontariato no profit attivamente presenti nell’assistenza sul territorio, in aiuto alle necessità. Chi pratica l’accattonaggio, effettivamente per bisogno e necessità, lì potrà trovare risposte alle proprie esigenze. Per poterne fruire, però, dovrà affiancarsi ad esse. In caso contrario il bisogno non sarà riconosciuto, anche perché potrebbe non essere individuale, ma derivante da organizzazioni malavitose strutturate e, come tale, non potrà essere sostenuto”.
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Rifiuti: è soddisfatto della nuova gestione da parte di Silea?
ANGHILERI – “Con il nuovo appalto si è ridotta di un giorno la raccolta dei rifiuti e questo ha creato disagio. Sarebbe però possibile mantenere costi bassi e lo stesso servizio, se pensiamo che Silea ha chiuso l’anno con un saldo positivo di 4 milioni e mezzo quando potrebbe anche non fare utili e ridurre le tariffe. La mattina presto via Cavour sembra una cartiera per i rifiuti che devono ancora essere ritirati, mi chiedo: non potrebbero passare alla sera? Esiste poi un problema di educazione delle persone che lasciano i sacchi nei posti sbagliati. Mi ricordo, quando c’erano le campane di vetro, i rifiuti che venivano abbandonati accanto”.
BODEGA – “Se i risultati sono quelli che si vedono è evidente che ci sia qualcosa da rivedere. E’ giusto razionalizzare e diminuire le spese, ma non è accettabile avere una città sporca”.
BRIVIO – “Divido in due la risposta: dal punto di vista della pulizia della città, non della raccolta rifiuti, l’appalto è da migliorare, c’è bisogno di una maggiore pulizia; riguardo ai rifiuti invece è stato fatto un uso strumentale della polemica, in alcuni casi anche con foto datate e sbagliate, perché, al di la del disservizio avvenuto in alcune zone nelle prime settimane, a giugno e luglio dello scorso anno, la situazione è molto migliorata.
Capita ancora, invece, che ci siano persone che mettono in strada rifiuti nei giorni sbagliati e sacchetti con il contenuto non idoneo, e ritengono che, nonostante l’errore, l’azienda li debba ritirare. Se non è conforme l’azienda non è tenuta a ritirare il sacco per un dato di buon senso, perché altrimenti ci sarebbe l’anarchia. Mi sembra anche poco educativo per una cittadinanza seria enfatizzare il comportamento negativo di alcuni, prendendo in giro il 95% degli altri che rispettano le regole. Poi i disservizi possono esserci ed è importante segnalarli, ma qualche eventuale disservizio non può legittimare i comportamenti sbagliati”.
NEGRINI – “Un servizio che si riduce non può avere lo stesso risultato di prima e questo è quello che è successo per la gestione dei rifiuti in città. Silea ha girato l’appalto a Econord che saprebbe svolgere il compito in maniera ineccepibile, ma la riduzione fatta in spending review ha avuto conseguenze negative per la città, si è accumulato lo sporco. Durante la Giunta Faggi si era verificato lo stesso tipo di problema e Virginia Tentori, che era l’assessore di competenza, aveva saputo far fronte alla questione in maniera molto attenta e precisa, cosa che è evidente non è stato così per questa amministrazione”.
RIVA – “Siamo contrari all’attuale contratto di raccolta e gestione che, auspichiamo venga rivisto e superato nell’interesse dei cittadini lecchesi, separando il soggetto che raccoglie da quello che smaltisce. Come Movimento 5 Stelle ci impegniamo a sottoscrivere la Strategia Rifiuti Zero: siamo favorevoli al riciclo e riutilizzo dei rifiuti e non al loro incenerimento. Pensiamo inoltre che sia giusto che a pagare maggiormente sia chi più produce rifiuto indifferenziato. Introdurremo quindi la tariffazione puntuale e ci poniamo come obiettivo per il primo triennio di scendere ad una produzione di 100 kg annui di rifiuto indifferenziato pro-capite, puntando ai 50 kg per la fine della legislatura. Per noi l’epoca dei forni inceneritori, o termovalorizzatori come oggi è di moda definirli, così come quella delle discariche, è definitivamente finita. Siamo contrari ad ogni aumento di produzione, e di quantità di rifiuti trattati da parte del Forno Inceneritore di Valmadrera gestito da Silea Spa. Puntiamo quindi alla dismissione dell’impianto ed all’abbandono della pratica di incenerimento, puntando su una sua riconversione, che proporremo ai 90 comuni soci di Silea Spa. La nostra proposta è quella di creare un impianto a freddo e di puntare su un’economia circolare in osservanza delle normative europee che impongono sempre più un una politica volta ad incentivare il riuso ed il riutilizzo di materia, anziché il suo incenerimento”.
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Parchi, aree verdi e aree per cani, cosa è necessario fare?
ANGHILERI – “Per quanto riguarda i cani problema è l’educazione del padrone se non raccoglie le deiezioni. Penso che di aree dove far passeggiare i cani ce ne siano in città. In centro però manca un’area verde: se si sale in cima al San Martino e si guarda la città l’unica zona verde che si vede è quella dello stadio. Il Parco di Villa Guzzi è bellissimo ma è chiuso al pubblico, il parchetto di via Belvedere non è così utilizzato come dovrebbe e si potrebbe pensare a realizzare un’area verde alla Piccola”.
BODEGA – “Noi dobbiamo prestare particolare attenzione alla manutenzione ordinaria, anche se c’è da lavorare tanto. Se è vero che ci sono stati eventi atmosferici particolari che hanno sradicato piante e fatto danni, come ad esempio al parco di Villa Gomes, se penso a come era bella e verde la mia valle al deserto che oggi c’è in certe zone ce ne passa…”.
BRIVIO – “Sui parchi abbiamo bisogno due operazioni importanti: la prima, già partita, una gestione più continuativa nel tempo del verde, senza dover riprendere in mano ogni anno l’appalto ed aspettare l’approvazione del bilancio, perché le piante sono esseri viventi ed hanno bisogno di essere curate in modo continuativo. E’ stata approvata una triennalità ed avviata una nuova gestione. La seconda è la sistemazione dei giochi e delle strutture, sedie e tavoli; abbiamo cominciato in alcuni parchi, risistemando il parchetto di Belledo, di Villa Gomes dove verrà installata l’illuminazione e la sistemazione esterna dopo le intemperie dello scorso anno. I parchi devono essere innanzi tutti dei cittadini , poi bisogna in alcuni di questi bisogna dare delle disponibilità di zone destinate agli animali in tutti i quartieri. Già ora c’è una copertura interessante. L’ultima considerazione è il coinvolgimento dei cittadini nella gestione dei parchi, con associazioni e gruppi che possano presidiare questi luoghi, azioni di cittadinanza attiva, questo è un obiettivo che mi pongo”.
NEGRINI – “La manutenzione ordinaria è compito dell’amministrazione comunale, se questo non avviene per una questione di costi i parchi iniziano a decadere a livello strutturale e di fruizione, diventano vere e proprie aree grigie, spesso presidi di illegalità. Se il Comune non riesce a far fronte alla manutenzione dei parchi ha il dovere di rendere note le motivazioni alla cittadinanza, mentre tutte le volte si tende a fare un’autoassoluzione e a chiudere così la questione. Se da una parte è vero che il patto di stabilità crea difficoltà, dall’altra l’amministrazione è tenuta a fare della scelte e a comunicarle alla cittadinanza”.
RIVA – “La nostra linea sarà improntata ad un minore consumo di suole e ad un ripristino delle aree verdi, in città carenti: ci sono più aree verdi a Milano che a Lecco. Da fonte Eurispes emerge che in città la presenza degli amici a quattro zampe sfiori il 50% rispetto al numero di umani residenti. Una situazione che necessità le dovute attenzioni. Noi pensiamo più ad un parco animali che ad un vero e proprio canile: abbiamo individuato un luogo idoneo a localizzare questa struttura lungo Via Valsugana nell’area Cava Vaiolo Bassa che dopo gli adeguati ripristini ambientali e la potrà garantire ampi ed adeguati spazi. Il luogo che abbiamo pensato non sarà solo un semplice rifugio e/o pensione per cani e gatti, ma un sito di aggregazione dove troveranno posto eventi dedicati al mondo animale, corsi di formazione professionale e dove potranno trovare risposta alcune esigenze, quali un servizio veterinario continuo (H24) per tutti coloro che non riescono a permettersi un medico privato per il proprio animale. Per quanto riguarda le aree verdi cittadine dove poter portare i cani pensiamo di creare una sinergia tra gli uffici comunali e l’associazionismo, dando in gestione le aree verdi a gruppi di cittadini che lo richiederanno”.