OGGIONO – Villa Sironi di Oggiono, questo sabato dalle ore 16, apre le sue porte all’Inferno dantesco e a Sandro Botticelli.
Prenderà via, infatti, l’iniziativa “Pomeriggi d’arte”, a cura di Tablinum Cultural Management, con la collaborazione del Comune di Oggiono – Assessorato alle Culture, Tradizioni, Autonomie e Identità locali.
Il primo incontro sarà dedicato ai disegni botticelliani ispirati alla Divina Commedia e si propone anche come evento collaterale e propedeutico alla Maratona dantesca che tra due settimane si svolgerà ad Oggiono.
Fra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento Sandro Botticelli si misura con il Sommo Poeta attingendo alla propria arte. La serie dei disegni di Botticelli per i Medici, conservati fra Berlino e il Vaticano, s’impongono per la loro qualità estetica e l’originalità delle scelte dell’artista che, novello Dante, condivide con il poeta il suo percorso interiore, esprimendo il faticoso cammino attraverso immagini poetiche. Giorgio Vasari racconta che Botticelli, “persona sofistica”, “comentò Dante” e che dietro a questo lavoro “consumò di molto tempo, per il che non lavorando fu cagione di infiniti disordini alla vita sua”.
La Divina Commedia di Botticelli è il mezzo per un viaggio, sia pur incompleto, nel raffinato clima della Firenze “Atene d’ Italia”, la città che aveva fatto rinascere, come scrisse Agnolo Poliziano, la cultura greca, dove ogni opera era carica di significati allegorici.
Lo splendore della perfezione celava e cela messaggi politici o religiosi. Nel 1492, mentre le navi di Cristoforo Colombo raggiungevano il Nuovo Mondo, a Firenze era morto Lorenzo il Magnifico ed era ormai il tempo di Savonarola, che dall’alto del pergamo di San Marco tuonava contro la depravazione e la lussuria della città. Botticelli, travagliato dai contrasti di coscienza, s’era ritirato nella villa di Castello di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici ed è qui che illustrò la Divina Commedia e approfondì la lettura di Dante, che influì, sostenne Argan, “non già sulla tematica, ma nello stile, nel suo modo di formulare l’ immagine”.
E’ questo il Botticelli delle vedute dell’ Inferno dantesco, che l’artista riuscì a rappresentare anche globalmente tracciando con mano ferma come un grande imbuto la cui parte superiore riempie per quasi tutta la larghezza il foglio, restringendosi mano a mano che si procede vero il basso. E’ la Voragine Infernale straordinariamente ricca di particolari architettonici, di personaggi miniaturizzati ma ben riconoscibili, una delle 92 pergamene superstiti che costituiscono ora la serie dei disegni di Botticelli per la Divina Commedia, inizialmente prevista in cento fogli, uno per ogni canto delle tre cantiche che compongono il poema.