LECCO – A seguito della serata organizzata dagli alpini di Rancio e Laorca in memoria di Padre Augusto Gianola in occasione del 25° dalla sua scomparsa (vedi articolo), riceviamo e pubblichiamo:
“Venerdì sera a Rancio, sotto un cielo imbronciato, ho seguito la serata organizzata dagli Alpini in memoria di padre Augusto Gianola, scomparso venticinque anni fa.
Mio zio arrampicava con padre Augusto, le mie zie – con la tipica operosità e la fede rocciosa ma schiva della gente di qui – lo sostenevano a distanza, da Laorca nel lontano Brasile, io ero tra i ragazzini e le ragazzine che ascoltando le parole di quel padre sognavano di andare in missione (o forse la nostra era solo sete di avventura, come ha ben detto il segretario degli Alpini). Per tutto questo ieri sera ero lì.
Pensieri e parole, quelli di padre Augusto. Ma anche immagini, quelle del programma a lui dedicato da Enzo Biagi. Padre Augusto che solleva una vecchia, che gioca con i bambini, che sfreccia in trattore.
Padre Augusto che risponde a domande sull’uomo, sul mondo, sull’amore. Padre Augusto con la freschezza negli occhi, la semplicità di una camicia azzurra nel vestire, la profondità nel pensiero.
E la memoria è andata a qualche settimana fa, a un prete in Armani total look e Rolex al polso (magari regalato, Lupi docet), conosciuto per caso.
Ecco: non è questo di cui hanno bisogno il mondo, la gente, l’uomo che, nonostante tutto, crede in Dio, cerca di essere cristiano e, magari, vorrebbe continuare a essere cattolico. Nonostante i preti col Rolex.
Abbiamo bisogno, invece, di preti francescani, testimoni del fatto che un altro mondo è possibile. Come i pensieri, le parole e le immagini di padre Augusto continuano a testimoniare.
Peccato che Dio abbia chiamato a sè tanto presto un prete così”.
LM