SONDRIO – Un nuovo scandalo sugli appalti si è affacciato all’ANAS e avrebbe interessato anche la gara per la realizzazione di un’opera viaria vicina al lecchese: la variante di Morbegno, dallo svincolo di Fuentes allo svincolo del Tartano, sulla Strada Statale 38 dello Stelvio.
Un intervento viabilistico con il quale si punta a potenziare i collegamenti con la Valtellina e sul quale si è concentrata l’attenzione della Guardia di Finanza di Roma che giovedì mattina ha dato esecuzione a 10 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 5 dirigenti e funzionari dell’ANAS, di 3 imprenditori, titolari di aziende appaltatrici di primarie opere pubbliche, un avvocato e di un esponente politico, ovvero Luigi Meduri, già sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e Presidente della Regione Calabria alla fine degli anni ‘90.
Sono 31 gli indagati coinvolti nell’ operazione di polizia che avrebbe consentito di disarticolare una vera e propria cellula criminale, costituita da dirigenti e funzionari di Anas “i quali – si legge nella nota della Gdf – abusando dei poteri derivanti dall’incarico ricoperto nell’ambito della predetta azienda pubblica, sono riusciti ad ottenere utilità e provviste corruttive da imprenditori, titolari di società di rilievo nazionale, in alcuni casi con l’intervento di un “colletto bianco” (un avvocato di Catanzaro) e del citato esponente politico”.
L’operazione è stata denominata “Dama nera” perché al centro dell’inchiesta è finita Antonella Accroglianò, dirigente responsabile del Coordinamento Tecnico Amministrativo di ANAS SPA, ritenuta dai finanzieri “vero e proprio deus ex machina all’interno del sodalizio”.
Le indagini hanno riguardato, in modo particolare, l’appalto per la variante di Morbegno aggiudicato per 145 milioni di euro da ATI Tecnis spa riferibile agli imprenditori catanesi Concetto Albino Bosco Lo Giudice e Francesco Domenico Costanzo, cosi come la Cogip Infrastrutture spa, entrambe società con sede legale a Tremestieri Etneo.
Secondo quanto reso noto dalla Guardia di Finanza, “Accroglianò veniva interessata dai predetti imprenditori siciliani e, per conto degli stessi, da Meduri, non solo per la velocizzazione dei pagamenti conseguenti all’iscrizione di “riserve” nelle contabilità di cantiere, risolte attraverso il meccanismo del “accordo bonario”, ma, anche e soprattutto, per l’ottenimento dell’autorizzazione alla cessione di un ramo d’azienda (in realtà una vera e propria cessione del contratto d’appalto, normativamente non lecita), concernente la realizzazione della Variante di Morbegno”.
“In sintesi – proseguono i finanzieri – emergeva come: Costanzo Domenico ed il Bosco Concetto intendessero cedere il ramo d’azienda (in realtà, come detto, l’appalto), relativo alla realizzazione della citata Variante di Morbegno, in favore di un’altra società con sede a Sondrio – e che – tale cessione fosse condizionata all’autorizzazione dell’appaltante ANAS SPA, attraverso la presa d’atto. In relazione all’espletamento di tali “pratiche”, venivano documentati plurimi episodi di corruzione, concretizzatisi in 6 dazioni di denaro, dal dicembre 2014 all’agosto 2015, per un totale pari ad almeno 150 mila euro”.