ROMA – Sono più che triplicate (+212%) negli ultimi dieci anni le importazioni in Italia di olio di palma che nel 2015 hanno raggiunto il quantitativo record di oltre 1,6 miliardi di chili.
E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla base dei dati Istat dai quali si evidenzia tuttavia per la prima volta un calo del 10% nei primi sette mesi del 2016 rispetto all’anno precedente conseguente al parere dell’Autorità Alimentare Europea (EFSA) nel quale si segnalano possibili effetti tossico o cancerogeni di alcuni contaminanti di processo che si sviluppano durante il processo produttivo nell’olio di palma e in altri oli vegetali, margarine e alimenti trasformati.
L’inversione di tendenza è dovuta al numero crescente di industrie alimentari che quest’anno – sottolinea la Coldiretti – hanno fatto giustamente la scelta prudenziale di togliere l’olio di palma nei propri prodotti. Una opportunità che – precisa la Coldiretti – puo’ essere colta con la valorizzazione delle coltivazioni nazionali grazie alle profonde innovazioni che sono stati introdotte e alla disponibilità delle imprese agricole nazionali.
Alle preoccupazioni per l’impatto sulla salute a causa dell’elevato contenuto di acidi grassi saturi si aggiungono infatti quelle dal punto di vista ambientale perché – continua la Coldiretti – l’enorme sviluppo del mercato dell’olio di palma sta portando al disboscamento di vaste foreste senza dimenticare l’inquinamento provocato dal trasporto a migliaia di chilometri di distanza dal luogo di produzione e naturalmente le condizioni di sfruttamento del lavoro delle popolazioni locali private di qualsiasi diritto.