CARENNO – Diciannove richiedenti asilo sono arrivati nella mattinata di giovedì a Carenno fra le polemiche che già infuriavano dai giorni scorsi e a seguito dell’incontro informativo per la popolazione organizzato ad hoc dall’amministrazione. “Come comune non abbiamo dato nessuna autorizzazione, pensavamo di aver fatto la nostra parte, ma senza disponibilità di altri comuni la Prefettura ha deciso di muoversi in autonomia” dichiara il sindaco Luca Pigazzini, che traccia i possibili scenari.
“Abbiamo richiesto tutti i documenti di conformità della struttura, risultati in regola – spiega il primo cittadino, che nella mattinata di venerdì ha eseguito un sopralluogo nella palazzina di via Rigoli – nei prossimi giorni anche l’Asl effettuerà un’ulteriore verifica per l’idoneità dell’alloggio. Abbiamo chiesto ogni garanzia alla prefettura” sottolinea il sindaco che ha già avuto modo di incontrare i referenti della società Verga S.r.l. a cui faranno riferimento i 19 richiedenti asilo arrivati in paese trasferiti dal centro del Bione. “Saranno presenti due educatori ogni giorno, la notte ne rimarrà uno che farà anche da interprete – continua Luca Pigazzini – la palazzina è divisa in tre appartamenti, due dei quali sono stati adibiti a dormitorio, l’altro a zona giorno. Chiederemo chiarimenti in merito al progetto giornaliero pensato per loro, per valutare la possibilità di lavori pubblici”, esperienza affrontata nel corso dell’anno dai sei migranti già presenti nel comune della Valle San Martino.
Nel corso dell’incontro informativo per la cittadinanza, svoltosi nella serata di martedì, era emersa anche la possibilità di aderire al sistema di accoglienza di secondo livello (SPRAR, Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati); “stiamo valutando questa opzione, ma per attivarla serve partecipare ad un bando del Ministero” spiega il sindaco. Lo SPRAR, inoltre, prevede l’accoglienza di persone che abbiano già concluso l’iter di riconoscimento dello status, “si tratterebbe di una struttura fissa, un percorso di integrazione diverso, in quanto si presume che queste persone lavorino e creino una famiglia nel territorio in cui vengono inserite – continua – i Centri di Accoglienza Straordinaria ( CAS, forma attuale a Carenno) invece sono temporanei”. Di fatto, però, con lo SPRAR è prevista la norma della salvaguardia, che per i comuni con meno di 2000 abitanti significherebbe l’impossibilità di aprire ulteriori CAS in via prioritaria e l’inserimento al massimo di sei persone all’interno della comunità. “Bisogna capire cosa accadrebbe alle strutture esistenti, se rientrerebbero nella clausola di salvaguardia e comunque si deve tener conto dell’aumento dei flussi migratori” argomenta Pigazzini, che non esclude la valutazione di ogni opzione possibile, anche quella di aderire al progetto provinciale.
“Valutiamo lo SPRAR, ma anche di rimanere con i CAS, sperando che i sindaci continuino sulla strada dell’accoglienza diffusa, che permetterebbe di ridurre la concentrazione di richiedenti asilo in ciascun comune, parallelamente gestiremo la situazione attuale al meglio possibile cercando di fugare paure e dubbi, l’esperienza con i sei migranti nel corso di quest’anno non ha dato alcun problema” ha concluso il sindaco.