LECCO – Il vero spettacolo di Lecco-Caravaggio non lo si vede sul campo, ma nella sala stampa del Rigamonti Ceppi. Mister Alessio Delpiano parla della poca serenità dei suoi ragazzi, ma, poi, viene interrotto bruscamente dal Presidente Paolo Leonardo Di Nunno che spara a zero su tutti, in primo luogo sul direttore sportivo Erminio Gizzarelli e sul direttore generale Emanuele Riboldi.
La sesta giornata di campionato per i blucelesti si è conclusa con un pari a reti bianche contro il Caravaggio e arrivano così a quota sei punti, una media per ora molto bassa viste le altissime aspettative di inizio stagione. Alessio Delpiano, richiamato a sedersi in panchina lo scorso venerdì, dopo l’assai precoce addio di Luciano De Paola, racconta della poca tranquillità con cui sta lavorando ora la squadra: “Mi sembra evidente che la squadra non sia tranquilla, venerdì pomeriggio li ho ritrovati tutti a testa bassa. Oggi abbiamo creato poco, è vero, ma non abbiamo rischiato nulla. Abbiamo il problema del gol, non imputabile a giocatori come Cristofoli e Bertani che solitamente ne fanno a raffica, è un meccanismo generale che si è inceppato, ora dobbiamo stare uniti e fare in modo che questo meccanismo riparta”.
Per Delpiano l’errore è stato fatto in partenza mettendo troppa pressione con un obiettivo troppo alto: “Quest’anno ci sono squadre attrezzate per vincere il campionato, che hanno speso molto più di noi perché parte del budget del Presidente è servito a coprire i debiti pregressi. Dopo una stagione conclusa con una straordinaria salvezza e l’aver trovato un Presidente come Di Nunno la cosa più importante era l’aver finalmente un Lecco pulito. Si sarebbe dovuto tenere un profilo più basso, puntare ai playoff e a dicembre valutare se si sarebbe potuto fare qualcosa in più, mentre così la pressione è stata troppo alta fin da subito. Costruire una squadra per vincere un campionato è un progetto che va costruito per bene con calma e con interventi. Ora c’è troppo nervosismo, De Paola non è uno stupido, se ha fatto certe scelte è perchè ha avuto le sue motivazioni”.
Il tecnico bluceleste conclude togliendosi un sassolino dalla scarpa: “Non sono uno che viene qui a urlare parolacce, ma questo non vuol dire che io non abbia carattere. Non scambiate la mia educazione per mancanza di palle”.
Mentre Delpiano sta per porgere i suoi saluti in sala stampa piomba Di Nunno che gli intima di raggiungere i suoi giocatori che sono all’esterno dello stadio a render conto ai tifosi di quanto fatto in campo. Il Presidente, poi, comincia il suo show.
“A Lecco non mi vedete più – tuona Di Nunno – mi sento tradito da tutti, anche dai tifosi, dopo tutti i soldi che ho speso mi devo prendere io le colpe dei direttori sportivi e degli allenatori che se ne vanno senza neanche fare a me una telefonata. De Paola dice di avere le sue motivazioni, ma quali sono? A me non le ha dette, ho chiesto a Gizzarelli (il direttore sportivo Ndr) e non me le ha sapute dire nonostante i due siano amici e abbiamo sempre fatto la strada in macchina assieme. C’è la coda di allenatori che vogliono venire qui, a De Paola avrei dato 2500 euro al mese più 30mila a vincere il campionato e lui non mi ha neanche telefonato, se almeno me lo avesse detto il giovedì avrei fatto in tempo a chiamare qualcuno…Ora, però, so che la squadra è con Delpiano e confermo lui visto che cambiare adesso non avrebbe senso”.
Di Nunno, poi, si concentra sui giocatori e i dirigenti: “Avevo dato carta bianca ad allenatore e direttore per fare la squadra, se avessero voluto fare un campionato interlocutorio avrebbero dovuto dirlo subito. I giocatori hanno ammesso che è colpa loro, che gira tutto storto, ma come fa un giocatore come Bertani che ha fatto la serie A a sbagliare un gol del genere? Lo avesse fatto un ragazzino di tredici anni avrei potuto capire, ma lui no. Gliel’ho detto e si è pure offeso. Mi hanno fatto prendere giocatori da 4, 5, 6mila euro al mese, perché non sono stati tenuti quelli bravi dell’anno scorso? Per me Castagna e Bignotti non valgono niente e io a dicembre mando via mezza squadra”.
Il presidente parla anche dell’ex patron Daniele Bizzozero contestato dalla Curva Nord con uno striscione: “Non capisco perché associno me a Bizzozero, io non faccio quello che mi dice lui, anzi per una cosa ho pure sbagliato a non ascoltarlo perché quando França ha lasciato Trieste lui continuava a insistere per farmelo prendere, ma io l’ho mandato a quel paese, in quel caso avrei dovuto dargli retta…”.
La conferenza stampa si conclude con qualche scambio di battute al vetriolo tra Di Nunno e il Riboldi. Il presidente incalza il direttore generale chiedendogli insistentemente perché non siano stati tenuti alcuni buoni giocatori della scorsa stagione, ma quest’ultimo dà solo qualche risposta sommaria e chiede che se ne parli in una più opportuna sede con anche la presenza del direttore sportivo Erminio Gizzarelli.
Conoscendo Di Nunno per sapere quali saranno le sue effettive prossime mosse bisognerà aspettare che prima sbollisca la rabbia, intanto la squadra pensa già alla trasferta di domenica prossima contro il Lumezzane.