LECCO – Riceviamo e pubblichiamo:
Riguardo il crollo della croce di vetta sulla Grignetta il mitico Calumer ha ragione.
Non può essere stato il vento a sradicarla. Ne sono certo al 100%, anche perché, il vetusto manufatto, assemblato con profilati metallici, per di più appesantito con numerose pietre raccolte in loco, offre ben poca superficie all’impatto pur devastante del vento impetuoso che è la regola in alta quota dopo il passaggio di forti perturbazioni.
L’ho fotografata pochi giorni fa, ed anch’io, ho notato che il cavo con appese le bandierine tibetane (Lung-ta) era stato tolto, ma quello, serviva solo per farle sventolare, non certo per affrancarla al bivacco Ferrario.
Premesso che la croce da anni non era in condizioni ottimali, e forse era giunto il momento di dargli un’aggiustatina, la mia mente si rifiuta di pensare ad un atto vandalico premeditato ed eseguito intenzionalmente.
A tal proposito vorrei azzardare un’altra ipotesi: non è che per caso il solito gruppetto di turno ci è salito sopra per immortalarsi con un bel selfie ed il peso eccessivo l’ha fatta crollare? A questo punto, per rimediare al misfatto hanno organizzato la messinscena?
E’ solo una mia opinione personale…
Vorrei lanciare agli enti competenti una proposta. Visto che andrà ricollocata, perché non pensare di rimetterla nella vecchia posizione che era a 20 m da quella attuale sul cocuzzolo che precede il bivacco Ferrario? Voglio segnalare che pochi giorni fa ci sono entrato all’alba per ripararmi da un improvviso e furioso temporale ed ho constatato che, oltre a pioverci dentro, il pavimento in legno lamellare, è in più punti sconnesso e quindi molto pericoloso. Malgrado ciò, era strapieno di escursionisti che dormivano pacificamente.
Ci sarà sicuramente motivo per riparlarne.
Cordiali saluti,
Mauro Lanfranchi