Convegno sulla Coprogettazione: “E’ la sussidiarietà del futuro”

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Un’esperienza che ha preso il via nel 2006 per iniziativa del Comune di Lecco, uno tra i primi enti locali in Italia ad aver focalizzato l’attenzione sulle opportunità offerte dalla coprogettazione: modalità recente di cooperazione tra pubblico e privato per garantire servizi di qualità ai cittadini.

Se n’è parlato per un giornata intera oggi all’auditorium della Camera di Commercio dove  esperti, docenti universitari e politici sono intervenuti per discutere i risultati dell’esperienza lecchese alla luce dei dati emersi dalla ricerca “La coprogettazione nel Comune di Lecco, analisi di cinque anni di esperienza”, affidata allo Studio APS di Milano.

Alla luce dei dati emersi, la coprogettazione si presenta, in sintesi, come una possibile risposta alle difficoltà che la crisi economica inevitabilmente genera nel settore pubblico. «Il welfare locale sta vivendo un momento paradossale – commenta l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Lecco, Ivano Donato – Oggi, a fronte di una crescente richiesta di servizi da parte dei cittadini e delle comunità locali, le risorse economiche a disposizione continuano a diminuire. Per questo motivo la coprogettazione diventa uno strumento molto importante per aiutare gli enti locali a mantenere un’elevata qualità dei servizi, ottimizzando le risorse».

Il convegno è stato organizzato dal Comune di Lecco in collaborazione con Consorzio Consolida e patrocinato da Regione Lombardia, ASL, ANCI Lombardia e Provincia di Lecco.

All’interno dell’incontro è stata presentata l’analisi valutativa su cinque anni d’esperienza, ovvero dal 2006 al 2010, curata da Marco Brunod ed Emanuela Pizzardi. In questo periodo di tempo si può vedere come sia aumentata la popolazione lecchese da 47.006 a 48.114, ma anche come le utenze in carico sono sempre di più (da 2492 a 4362) e così anche quelle occasionali (da 411 a 777, ma con una punta di 2019 due anni fa). Per quanto riguarda i settori nei quali interviene la coprogettazione, eccetto il servizio infanzia e famiglia, che nei cinque anni ha ridotto l’utenza del 7,4%, gli altri sono in aumento, soprattutto quello dei giovani che, grazie della riapertura dell’Informagiovani è impennato con un +561,9%.