L’affondo politico: “Di Cambia Calolzio la denuncia alla Soprintendenza, non hanno pensato al bene della città”
Visita nella vecchio edificio, il sindaco: “Mi dispiace che a pagare siano tutti i cittadini e i bambini di Sala”
CALOLZIOCORTE – “Un contributo statale di circa un milione e cento mila euro sfumato e niente palestra per i bambini della scuola di Sala”. E’ questo, in parole povere, l’epilogo della vicenda legata all’ex scuola elementare della frazione Sala, nel riassunto fatto dal sindaco di Calolziocorte Marco Ghezzi a margine di un sopralluogo con la stampa avvenuto oggi pomeriggio, 18 ottobre, per mostrare lo stato del fabbricato chiuso dal 2007.
L’edificio, costruito nel 1968 su progetto degli architetti Walter Barbero, Baran Ciagà, Giuseppe Gambirasio, Giorgio Zenoni e di proprietà del Comune di Calolziocorte non potrà essere abbattuto come stabilito del Ministero dei Beni Culturali. “Sostanzialmente è stato istituito il diritto d’autore su questa struttura. Essendo considerata dal punto di vista architettonico una struttura di una certa rilevanza valgono i diritti per chi ha fatto l’intervento. Diritti di due tipi, patrimoniale e morale, che comportano dei limiti importanti per chi vuole intervenire – ha spiegato il sindaco -. In particolare i diritti morali consento al team di architetti che ha creato la struttura di avere l’ultima parola su qualsiasi tipo di intervento che viene fatto”.
Il sopralluogo di oggi pomeriggio, a cui hanno partecipato la Giunta comunale e alcuni consiglieri di maggioranza, è stato organizzato per far conoscere tutti i problemi legati alla struttura e gli ostacoli di una possibile (o impossibile a secondo dei punti di vista) ristrutturazione dell’ex scuola.
La struttura è molto particolare, posta su più livelli, caratterizzata da passaggi angusti, soffitti molto bassi e molteplici scale. Per raggiungere le aule è necessario salire più rampe di gradini e le aule stesse, al loro interno, sono poste su due livelli collegati da alcuni scalini. Dal punto di vista tecnico, come spiegato dal sindaco, i muri interni son tutti in cemento armato, portanti, questo significa che, al di là di eventuali vincoli, sarebbe davvero molto complicato cambiare la distribuzione degli spazi interni. Inoltre l’edifico presenta alcuni problemi strutturali con una parte che si sta abbassando presentando evidenti crepe esterne in due punti.
“Già una ventina di anni fa era stato fatto uno studio dall’architetto De Flumeri che, al termine di una relazione di circa 40 pagine, diceva che la struttura non poteva essere riadeguata a scuola per evidenti motivi. Abbiamo il problema dell’efficienza energetica, c’è l’amianto nel pavimento, dobbiamo valutare il rischio antisismico, insomma la struttura così come è non è ristrutturabile per una scuola – ha detto il sindaco -. Io non voglio far polemica con nessuno, né con la soprintendenza né con gli architetti che avevano tutto il diritto di richiedere il diritto d’autore e ne prendiamo atto”.
Il problema del comune di Calolzio è un altro: sfuma (insieme a un contributo statale di oltre un milione di euro) l’idea di demolire la vecchia struttura per far spazio a un palazzetto sportivo completo di spogliatoi per gli alunni della scuola e non solo: “Da un lato è arrivato il vincolo posto dalla Soprintendenza, dall’altro si è concretizzato il finanziamento per realizzare il palazzetto in funzione dell’abbattimento dell’ex scuola elementare di Sala, appunto, e dell’abbattimento dell’ex asilo (chiuso ormai dal settembre 2018 per problemi strutturali). Morale della favola: il palazzetto non si può più fare (costo tra 2,5 e i 3 milioni di euro) anche se è effettivamente arrivato questo finanziamento di 1.100.000 euro a fondo perduto del GSE (Gestori Servizi Energetici Nazionali) su cui puntavamo”.
“E’ vero che l’iniziativa è stata portata avanti anche dai progettisti originari della struttura e che un gruppo di architetti ha fatto una petizione on-line che ha raccolto 500 firme di cui solo 14 di cittadini calolziesi, ma volevo sottolineare come la denuncia alla Soprintendenza è arrivata dal gruppo di minoranza Cambia Calolzio – ha concluso il sindaco -. Probabilmente nessuno si è reso conto della situazione e il risultato è questo: il palazzetto non si fa più e con ogni probabilità perderemo il finanziamento di 1.100.000 euro anche se adesso cercheremo la possibilità di dirottare magari una parte di questi soldi su altre opere in accordo col GSE. Tra l’altro, dovendo ora rispettare i diritti d’autore, per 70 anni dalla scomparsa dell’ultimo progettista l’edificio è vincolato perciò dobbiamo tenercelo così”.
La tensostruttura che funge da palestra per gli alunni della scuola, perciò, rimarrà ancora per qualche anno in attesa di trovare nuove soluzioni: “Quando certi gruppi politici portano avanti delle iniziative dovrebbero cercare di pensare prima al bene di Calolzio e non agire seguendo solo l’ideologia di andare per forza contro un’altra parte politica – ha concluso con amarezza il sindaco -. Mi dispiace molto che a pagare siano tutti i cittadini di Calolzio e i bambini che frequentano le scuole a Sala. Per riqualificare questa struttura ci vogliono circa 4 milioni di euro, qualsiasi cosa si faccia, soldi che il comune non ha e che comunque non intende investire qui, a fronte di tutte le priorità che ci sono a partire proprio dalle scuole. Mi spiace ma questa è l’eredità che viene lasciata da chi incautamente ha fatto tutta questa operazione”.