Eccidio di Fiumelatte, si rinnova il ricordo dei 6 giovani partigiani fucilati

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Commemorazione_Fiumelatte_gennaio_2024

Nella mattinata di oggi la commemorazione dei tragici fatti dell’8 gennaio 1945

“La memoria è innanzitutto conoscenza del passato, necessaria per trarre insegnamento e capire l’oggi”

VARENNA – Oggi si è tenuta, come ogni anno, la commemorazione dei 6 giovani partigiani fucilati l’8 gennaio 1945 a Fiumelatte dai fascisti delle Brigate Nere di Colico, che simularono un attacco partigiano, smentito dalle relazioni ufficiali della stessa Guardia Nazionale Repubblicana di Bellano.

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I loro nomi sono:

  • Carlo Rusconi nato nel 1920 a Vendrogno
  • Ambrogio Inverni “Lupo” nato nel 1914 a Bellano
  • Domenico Pasut nato nel 1922 a Mandello
  • Giuseppe Maggi “Beppe” nato nel 1924, a Lecco
  • Virgilio Panzeri “Ciccio” nato nel 1924, a Lecco
  • Carlo Bonacina nato nel l921, a Lecco

Oltre a numerose cittadine e cittadini, nonché alle bandiere ed ai labari della sezione Ana di Varenna e di numerose sezioni Anpi della provincia, erano presenti i sindaci di Bellano Antonio Rusconi, di Mandello del Lario Riccardo Fasoli e di Varenna Mauro Manzoni e il consigliere comunale di Lecco Alberto Anghileri.

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Il Presidente Provinciale di Lecco, Enrico Avagnina, dopo aver dato la parola ai sindaci ha dato la parola al Presidente della Sezione Lario Orientale di Anpi, Roberto Citterio. Citterio, ha ricordato quei tragici eventi e come la commemorazione ci faccia ripensare a quel triste periodo della nostra storia: la dittatura fascista, basata sulla violenza e sulla repressione della libertà di opinione, la violenza che durante la guerra di Liberazione diventò ferocia nei confronti dei partigiani e ci faccia riflettere sul grande debito di riconoscenza che abbiamo nei confronti di chi ha sacrificato la propria vita per consentirci di vivere la nostra in una società libera.

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Quest’anno ha aggiunto ai nomi dei fucilati quello di Adriana Pasut, sorella di Domenico, deceduta a Mandello del Lario nel settembre 2022, all’età di 98 anni, alla quale il Comune di Mandello del Lario, su proposta della locale sezione di Anpi, ha attribuito la civica benemerenza. Adriana ha rappresentato quella parte di popolazione che, pur senza imbracciare le armi, svolse un prezioso lavoro di supporto ai partigiani combattenti, nascondendoli e fornendo loro cibo e trasportando armi e messaggi. Un’attività poco visibile ma non per questo meno pericolosa e troppo spesso sottaciuta, soprattutto considerando che fu svolta in massima parte da donne, che rischiarono non solo la vita ma anche l’oltraggio di ignobili violenze sessuali.

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Ha inoltre ricordato come commemorare significhi condividere una memoria. “Cosa condividiamo con questi patrioti? Sopra a tutto, condividiamo il loro lascito, cioè la Costituzione e la volontà di pace, costruita su di un’Europa unità. Davanti a noi si è riaperto il conflitto tra le due anime dell’Europa politica moderna: quella dei nazionalismi col suo carico di odi, pregiudizi, muri; e quella dell’integrazione fondata sulla pace. Ora sembra che questa parola, pace, questo concetto, vengano associati a un cedimento politico, o peggio, etico e morale. Ma, senza la pace, nessuna rinascita è possibile. Senza una volontà di trattare, necessariamente con il proprio nemico, la risposta quasi per inerzia diventa la guerra”.

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“La memoria non è un monumento di bronzo, una lapide di marmo – queste le parole del
sindaco di Varenna, Mauro Manzoni – ma vive nel rito comunitario di un popolo che in essa si riconosce. Una memoria che è innanzitutto conoscenza del passato, necessaria per trarre insegnamento e capire l’oggi; una memoria che è testimonianza, cura, costanza e dedizione, che vanno di pari passo con la capacità della sua trasmissione alle nuove generazioni, per perpetuare i valori della Resistenza, successivamente messi per iscritto nella nostra Carta Costituzionale. L’impegno di oggi per ognuno di noi è consegnare ai giovani d’oggi la testimonianza di questa lotta dell’umano contro il disumano, di questi eventi atroci e spaventosi vissuti da altri, che siano sempre vivi nel risvegliare le coscienze di ciascuno contro l’insensatezza della guerra”.