Liceo Leopardi: in 100 all’incontro con suor Marcella, missionaria ad Haiti

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LECCO – Circa un centinaio di persone hanno preso parte nella serata di mercoledì 3 ottobre all’incontro che si è tenuto nell’aula magna delle scuole di Rancio con suor Marcella Catozza, missionaria della Fraternità Francescana ad Haiti.

Organizzata dall’Associazione “Amici Scuole Scola Kolbe Leopardi” e “Amici del Molinatto”, la serata è ha avuto come obiettivo quello di approfondire l’amicizia tra gli alunni del Liceo Leopardi e la religiosa, un’amicizia che dura da tre anni e che ha visto i ragazzi dare il via a una raccolta fondi per la costruzione di un asilo per i poveri di Waf Jeremie, bidonville haitiana.

“Grazie al lavoro di Suor Marcella, presente a Port-au-Prince dal 2005, è nato – raccontano dalla scuola – il Vilaj Italyen, una struttura che ha dato casa a 122 famiglie e dove presto inizierà la costruzione di altre casette. Il Vilaj – proseguono – comprende un poliambulatorio, una casa di accoglienza per 60 bambini e una scuola che apre ogni giorno a 450 alunni”.

“L’amicizia con suor Marcella – racconta Pietro Bonaiti, alunno del Liceo Scientifico G. Leopardi – è nata in un modo del tutto imprevisto. Una sera, su proposta della professoressa di Storia e Filosofia Laura Bellelli, siamo andati a un incontro dove era stata invitata suor Marcella. Da lì è nato il desiderio di fare qualcosa per contribuire alla sua opera e sono ormai tre anni che ci teniamo in contatto costante”.

Alla domanda sul perché abbia deciso di restare ad Haiti anche dopo le minacce della bande armate in cerca di denaro e l’uccisione di un suo stretto collaboratore, suor Marcella risponde, infine, con un’altra domanda, ossia “se andiamo via noi, questa gente dove può guardare per conoscere Cristo e la Chiesa? Se la Chiesa non opera – precisa – allora non è incontrabile. Si può guardare ogni circostanza, anche la più difficile, come un caso o come vocazione: o la persona e la circostanza che hai davanti sono un problema da risolvere oppure sono un’occasione – conclude – che ti è stata donata”.