Paolo, Domenico e Alberto hanno varcato mercoledì scorso la Porta Santa dopo 900 km e 9 giorni in sella
Il Mieloma Multiplo non ha fermato il sogno dello sportivo valsassinese: “Ringrazio i miei compagni di viaggio e l’ospedale Manzoni per le cure”
INTROBIO – Ci sono imprese che possono sembrare impossibili, non per Paolo Bergamini che non ha permesso alla malattia di spegnere il suo sogno. Nel 2012 al giovane sportivo valsassinese fu diagnosticato un Mieloma Multiplo, malattia che poi si è manifestata nel 2020. Da allora Paolo si è sottoposto a un percorso chemioterapico e nel luglio 2020 a un autotrapianto.
Ancora oggi l’introbiese è costretto ad assumere continue terapie, ma quella malattia che gli ha stravolto la vita ma non ha intaccato la sua tenacia. Tra i sogni nel cassetto di Paolo c’era quello di raggiungere Roma in sella alla sua bicicletta. Domenico Maroni e Alberto Tarsia, suoi amici con la passione per lo sport, hanno raccolto con entusiasmo l’invito ad accompagnarlo in questa avventura.

I tre valsassinesi lunedì 7 aprile si sono dati appuntamento davanti al municipio di Introbio per dare il via al loro particolare pellegrinaggio verso Roma. L’impresa è riuscita e i tre amici hanno raggiunto la capitale mercoledì 16 aprile. La felicità di Paolo per aver portato a termine un suo sogno è incontenibile: “E’ stato davvero bello, abbiamo attraversato molte città e luoghi che non mi aspettavo fossero così belli, come ad esempio la Val d’Orcia. Ma l’emozione più grande è stata arrivare a Roma di fronte al Vaticano, anche perché non l’avevo mai visto. E’ stato molto emozionante anche attraversare la Porta Santa aperta per il Giubileo”.
Il viaggio è durato 9 giorni e ben 900 km e non sono mancati dei piccoli imprevisti: “La difficoltà maggiore in realtà è stata il meteo. Per tre giorni, da Siena a Viterbo, abbiamo preso pioggia costante e freddo. Organizzarsi per trovare alloggi con lavatrice e asciugatrice non é stato semplice, ma questo è stato l’unico imprevisto di un una bellissima esperienza”.

Paolo, attraverso la sua storia, lancia un messaggio di speranza per tutti colori che stanno affrontando la malattia: “Questa esperienza mi ha fatto capire ancora di più che con la forza di volontà e la dedizione si può fare tutto. Ma soprattutto che, grazie a tutti gli attuali mezzi terapeutici, si può tornare a una vita normale. Un ringraziamento speciale va ai miei compagni di viaggio e all’ospedale Manzoni di Lecco per le cure“.

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