LECCO – “Siamo oltre il giro di boa del nostro mandato e tra circa un anno entreremo nella fase di rinnovo delle cariche associative. Oggi, oltre a tracciare un bilancio delle attività a cui abbiamo lavorato insieme e gli obiettivi che la nostra Associazione è stata in grado di raggiungere, è più che mai doveroso tracciare la rotta che ci permetterà di costruire basi ancora più solide per un futuro in cui le nostre aziende siano sempre più protagoniste nel panorama economico e produttivo locale, nazionale e internazionale”.
Con queste parole i presidente di Confartigianato Daniele Riva ha aperto l’assemblea dei delegati svolta lunedì sera.
“Partiamo da quanto siamo stati in grado di costruire e ricostruire dopo il decennio nero dell’economia mondiale e dalle certezze fin qui conquistate; guardiamo al futuro con fiducia, con positività, ma anche con un sano realismo, il che vuol dire lavorare ‘pancia a terra e coltello tra i denti’, come si suol dire, e come noi artigiani sappiamo fare. Non disperdiamo sull’onda dell’entusiasmo quanto ottenuto con fatica fin qui e affrontiamo il complesso quadro economico e politico attuale con strategie mirate. La nostra Associazione lo farà grazie alla predisposizione di un piano di crescita per il triennio 2018/2020 che si propone obiettivi definiti in grado di allargare la nostra base associativa e offrire nuovi e più competitivi servizi alle imprese”. Tra i temi toccati dal presidente Riva, il processo di implementazione delle nuove piattaforme informatiche all’interno dell’Associazione, il prossimo Congresso regionale di Confartigianato Lombardia in calendario nel mese di giugno 2018, la Legge di Bilancio e lo scenario politico nazionale, i dati economici che riguardano il nostro territorio e il punti chiave su cui l’Associazione intende puntare: formazione, alternanza scuola/lavoro, impresa 4.0, la nuova convezione siglata con il Politecnico di Milano”.
Il compito di snocciolare i dati delle attività 2017 di Confartigianato Imprese Lecco è toccato poi al segretario generale, Vittorio Tonini.
“Tecnologia, competenza e relazioni rappresentano il cuore della nostra attività quotidiana – spiega – Ciò che interessa maggiormente il nostro gruppo di lavoro fatto da 85 dipendenti è avere un rapporto diretto con le aziende, per capire di cosa hanno bisogno e soddisfare i loro bisogni. E’ su questo aspetto che vogliamo fare ancora meglio attraverso il piano di crescita per i prossimi tre anni, elevando gli standard di qualità dei servizi offerti”. Qualche dato: 166 le nuove imprese associate nel corso del 2017, 50 nuove imprese nate con il supporto dell’Ufficio Avvio d’impresa, 784 curricula inseriti nella piattaforma Job Talent (attiva da luglio 2017), 1.209 contratti con imprese per lo sportello energia – consorzio CENPI, 1.310 ore di formazione erogate”.
Infine, il progetto riguardare il welfare denominato “Nuovo Sociale” a cura di Matilde Petracca, responsabile Area Welfare e relazioni organizzative di Confartigianato Imprese Lecco, che ha dato il là all’intervento dell’ospite della serata, Jhonny Dotti. Laureato in Pedagogia all’Università degli Studi di Verona, Dotti è amministratore delegato di On! Srl Impresa Sociale, presidente dell’Advisory Board di Vita e professore a contratto presso la facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica di Milano. Nel suo intervento “Imprese, Famiglie, Territorio. I nuovi orizzonti del welfare”, Dotti ha tracciato un quadro sociale preoccupante, ma in cui l’uomo, con i suoi valori può ancora fare la differenza. “Non investire in welfare vuol dire andare incontro all’estinzione – esordisce il docente – Tra 10 anni, la fascia di popolazione sopra i 65 anni sarà nettamente superiore agli under 25. Questo è il dato su cui riflettere, insieme al fatto che il nostro tipico tessuto fatto di famiglie, di piccole comunità, di artigiani è stato svenduto in nome di qualcosa di sempre più grande, che però ora ci sta travolgendo. Così come la tecnologia, che ha fatto perdere di vista i veri legami, quelli del faccia a faccia, della famiglia, degli amici, del vicinato, persino della politica e dell’ideologia. Se vogliamo andare avanti dobbiamo recuperare legami sociali e senso della vita, due valori che non si ottengono con i soldi. Come convivremo nei prossimi anni con questi profondi mutamenti sociali? Che patrimonio in termini di valori vogliamo lasciare alle prossime generazioni? Sono questi gli interrogativi che dobbiamo porci per salvarci”.