CALOLZIO – Un piano congelato, smussato in molteplici punti, di fatto nell’ordine delle ipotesi e delle valutazioni da rimandare al prossimo biennio, è così che appare la riforma scolastica calolziese al termine dell’assemblea pubblica, tenutasi nella serata di mercoledì nella scuola elementare di Sala. L’unico provvedimento certo è il blocco delle iscrizioni all’asilo di Foppenico, preludio dello staccamento della spina, a favore della struttura di via Lavello.
Una serata che avrebbe voluto chiudere il dibattito andato in scena negli ultimi mesi, con tutti gli attori protagonisti, dall’amministrazione scolastica, il consiglio d’istituto con la dirigente Maria Luisa Zuccoli, i genitori, gli insegnanti ed il personale ATA, presenti nel grande atrio della primaria di via Ausonia, ma i genitori non ci stanno: “questo progetto non s’ha da fare”.
Di fatto il piano di riorganizzazione scolastica, così come era stato presentato nella conferenza stampa indetta ad hoc lo scorso 8 dicembre non era piaciuto ai genitori, che senza esitare avevano espresso il proprio malumore, tanto nel corso della seduta di commissione servizi alla persona, quanto, nei giorni successivi, sugli striscioni che campeggiavano fuori dalle scuole, in merito allo “stravolgimento imposto dall’alto”, si è detto, con così poco preavviso rispetto alle iscrizioni del prossimo anno scolastico, che si apriranno il 16 gennaio.
Il tema delicato e la rabbia di mamme e papà, irremovibili, così come degli insegnanti, avevano rallentato l’iter di approvazione della riforma, posticipando l’assemblea pubblica, rimandando la votazione in consiglio comunale, dando il tempo di organizzare nei vari plessi riunioni informative con i rappresentanti di docenti e genitori. “In base alle segnalazioni e reclami abbiamo inviato un documento con le nostre considerazioni all’amministrazione comunale” così Dario Cesari, presidente del consiglio d’istituto, prima di leggere le linee guida stilate dall’organo stesso il 10 gennaio.
“Alla luce delle criticità abbiamo rivisto il piano, sicuramente ci saranno delle scelte che coincidono con le richieste fatte, ma ci saranno anche delle scelte impopolari, l’obiettivo è garantire a ciascuno di frequentare le scuole nel proprio quartiere ed evitare edifici non utilizzati” ha esordito Wilna De Flumeri, l’assessore all’istruzione della giunta Valsecchi prima di delineare il documento, che previa qualche aggiustamento in seguito all’assemblea, verrà presentato in consiglio comunale per l’approvazione.
Vediamo nel dettaglio cosa cambierà per singola scuola.
La scuola dell’infanzia di Foppenico risentirà da subito del progetto amministrativo, con il blocco delle iscrizioni per il biennio 2017/2018, preludio dello spostamento, fra due anni, di 14 bimbi, nati nel 2013, all’asilo di via Lavello, che resterà l’unica struttura di tale grado nel quartiere. Le criticità, però, rimangono dal cavillo burocratico che non permetterà di rifiutare le iscrizioni che sopraggiungeranno dal 16 gennaio fino all’approvazione del documento in consiglio comunale, successivo; al malumore dei genitori e all’indicazione del consiglio d’istituto che chiedeva “una gradualità di interventi prima di prendere una decisione”.
Anche la chiusura della palazzina 1 della scuola primaria di Foppenico rimane nel piano, prevista per il biennio 2018/2019, anche se, ad oggi, non è stata tratteggiata una destinazione d’uso certa, o quanto meno convincente. “Verranno ristrutturati i bagni e decisa una nuova destinazione d’uso che potrebbe essere anche di tipo scolastico” ha detto l’assessore De Flumeri, assicurando che nelle ore di lezione l’edificio rimarrebbe disponibile per tutti i plessi, ma aperto ad associazioni o eventi pubblici non appena i bambini e ragazzi lasceranno i banchi il pomeriggio. Un “no” convinto anche in merito alla creazione di un polo uffici nelle palazzine della primaria, da parte del consiglio d’istituto, che, invece, ha proposto “la realizzazione di un unico ambiente per la segreteria negli attuali spazi dell’ ‘ala vecchia’ con ingresso da via Nullo”. Mentre è stata accettata la proposta di un unico locale mensa che ospiterà i bambini delle elementari ed i ragazzi delle medie.
Al Pascolo, dove per il prossimo triennio non ci sarà una riduzione di sezioni, continua il progetto di cedere due aule per l’ampliamento del confinante Centro Diurno Disabili, scelta condivisa nella forma, ma non nella sostanza dal consiglio d’istituto che vorrebbe riservare al CDD i locali al piano terra, quindi non quelli proposti dall’amministrazione, più idonei allo svolgimento dell’attività didattica. “Ci sarà una valutazione dell’ASL” ha detto l’assessore Paolo Cola, delineando una prospettiva mai emersa finora, e di fatto nel piano di riorganizzazione non si legge nessuna indicazione precisa.
Anche l’ipotesi, che rimane valida, ma “da approfondire”, riguardo le scuole di Sala ha fatto scatenare i genitori, per niente d’accordo sull’accorpamento di infanzia e primaria nell’unica palazzina di via Ausonia; “non c’è nessuna certezza assoluta, è un’ipotesi a cui seguirà un eventuale progetto in accordo con le insegnanti” ha spiegato Wilna De Flumeri, scontrandosi, però, da subito, con il parere negativo delle maestre convinte che l’edificio non sia stato progettato a misura dei bimbi più piccoli.
Sulla scuola della piccola frazione di Rossino pende ancora un punto interrogativo, una questione che emergerà solo il prossimo 7 febbraio, quando si saprà l’effettivo numero di iscrizioni. Nessun piano, nessun progetto o intervento è stato pensato dalla maggioranza per “rendere appetibile” anche ai non residenti la struttura, tutto rimandato.
“La riorganizzazione delle scuole è responsabilità loro -ha detto Maria Luisa Zuccoli, la dirigente scolastica, indicando gli assessori – per quello che mi è dato sapere in queste settimane ce l’avevano ben chiaro, alcune cose della scuola sono in capo all’amministrazione comunale, ma sono vari gli attori in gioco, questa sera voi genitori ci avete detto molte cose che possiamo imparare, il percorso si definirà in consiglio comunale, ma mi impegno come scuola di cavare il meglio possibile da qualunque cosa ci riservi il futuro” ha concluso, dopo aver risposto alle tante domande, paure, ma anche provocazioni di mamme e papà.
“Non vendiamoci a Volonté per un bidello”, è stato detto, “dove è finito il sapere pedagogico? Quando siete stati eletti abbiamo esultato nelle scuole perché avreste dovuto saperne più di tutti”, “sarete ricordati come quelli che non hanno capito proprio nulla” e ancora “l’unica cosa che siete riusciti a fare è unire tutti i genitori, insegnanti e scuole contro l’amministrazione”, questi solo alcuni degli sfoghi dei presenti.
Ora resta da chiedersi quale sarà il dibattito politico che si consumerà in consiglio comunale, quali armi useranno le minoranze, presenze silenziose in assemblea, ma soprattutto se la giunta Valsecchi, mutilata di assessori e consiglieri, avrà i numeri per portare a termine un progetto che ha perso gran parte della sua incisività iniziale, ma che rischia lo stesso di naufragare.