LECCO – Trasformare una degenza ospedaliera in arte sembrerebbe una cosa impossibile anche solo da pensare, eppure Giancarlo Vitali ci è riuscito.
Il pittore bellanese, quando nel 2002 si è trovato a dover affrontare un ricovero all’Ospedale di Lecco, ha dato vita a una serie di opere, disegni su carta, alcuni dei quali poi trasformati su tela, che raccontano l’ambiente ospedaliero attraverso i suoi luoghi, i volti di chi ci lavora e i corpi degli ammalati.
“La prima volta che sono stato ricoverato non avevo una patologia grave, mi sentivo un malato sano con il rischio di annoiarmi e non sapere che fare – racconta il pittore nella video intervista con lo scrittore Andrea Vitali – per questo ho chiesto che mi venissero portati fogli e matite e ho iniziato a sporcare le carte senza convinzione, per ammazzare il tempo”
Da un passatempo per combattere la noia, però, Vitali ne ha saputo trarre ben di più: “In corsa d’opera ho visto che la serie stava assumendo un suo senso. Mi è capitato poi di dover affrontare un secondo ricovero, questa volta più serio, ho continuato con il disegnare ciò che avevo intorno e mi sono accorto che volente o no avevo incontrato un filone con una sua fisionomia, certo è, però, che non mi sarei immaginato che da questo sarebbero nate poi delle mostre”.
Le opere nate dalla degenza di Vitali sono state raccolte nel catalogo “Camera con vista. Riflessioni in punta di matita di Giancarlo Vitali” a cura della critica d’arte Elisabetta Parente.
“L’ospedale è un luogo complesso, non facile da restituire perché viene associato a sofferenza e malattia – commenta Parente – ma c’è tutto un mondo che gira intorno a un ospedale, fatto di spazi, di luoghi e di persone, che Vitali è riuscito a restituire con un tocco e una leggerezza splendidi”.
Il catalogo è suddiviso in quattro macro temi, come spiega la curatrice: “Nel volume ho voluto raccogliere quelle opere che si dedicano in particolar modo agli spazi. Vi è poi la sezione dedicata al tempo, che coglie come la percezione del tempo varia anche in base allo stato d’animo. La terza sezione è dedicata ai volti, dove si evince la particolare capacità che Vitali ha nel raccogliere le espressioni. L’ultima sezione del libro, invece, è dedicata al punto di vista, allo sguardo che l’artista ha sul mondo: dalla visione di Vitali capiamo che l’ospedale è un luogo umanissimo e specialissimo al tempo stesso. E’ proprio da quest’ultima selezione che nasce il titolo “Camera con vista”, perché rappresenta sia l’uomo Giancarlo, che ha avuto un letto come tutti i pazienti, che l’artista Vitali capace di raccontare e restituire il tutto attraverso le immagini”.
I disegni su matita sono esposti in modo permanente nell’aula gialla dell’ospedale Manzoni.
“Una delle cose a cui deve tendere un ospedale è la cultura in generale e non solo quella scientifica – spiega Patrizia Monti, direttrice sanitaria dell’azienda ospedaliera – in un ospedale ci si imbatte nella vita e nella morte, esperienze fortissime dalle quali nasce il bisogno di fare anche una cultura umanistica. L’arte è comunicazione e, quindi, si sposa con ciò che l’ospedale si pone come obiettivo: a noi non interessa la malattia, ma l’impatto che la malattia ha sulla vita del paziente. Vitali ci racconta tutto questo, regalandoci scorci di vita nell’ospedale che chiunque ci sia mai stato può riconoscere e, così, noi operatori possiamo sentire intensamente il punto di vista del paziente”.