Creare una rete di promozione turistica che comprenda strutture ricettive, produttori locali e organizzatori di iniziative culturali; rendere il territorio una sorta di grande area metropolitana milanese, soprattutto in vista dell’Expo 2015; puntare sulle peculiarità del lago di Como per attirare più visitatori; sbloccare la lunga diatriba sulla costruzione di un porto lecchese, approvando un progetto dal basso impatto ambientale ma capace di fornire un valido servizio a chi visita le nostre zone via lago. Questi alcuni dei punti emersi venerdì 22 luglio durante la presentazione del consuntivo dei flussi turistici relativi al 2010 e ai primi mesi del 2011. Presentati da Fabio Dadati, assessore provinciale al Turismo, e da Giuseppe Ciresa, componente della Giunta Camera di Commercio di Lecco, i dati 2010 sembrano mostrare una situazione tutto sommato positiva, anche se non mancano le possibili aree di intervento.
«Il bilancio dei movimenti turistici verso la provincia di Lecco nello scorso anno – spiega Dadati – è nel complesso buono. Rispetto al 2009 le presenze sono infatti cresciute del 4,5 per cento e gli arrivi dello 0,4. Bisogna evidenziare, però, come si sia registrato un calo negli arrivi (- 6,6 per cento) e nelle presenze (- 3) di turisti italiani, ai quali si contrappongono, invece, i mercati stranieri, soprattutto tedesco (22,8 per cento), francese (11 per cento) e americano (10 per cento). Altro dato da prendere in considerazione riguarda, poi, le singole aree della provincia: se nel 2010 sono aumentati i turisti che hanno visitato la zona della Brianza (+ 7,6) e il Capoluogo (+ 2,7), preoccupante è il calo dei visitatori dell’area Lago (- 4,8 per cento) e della Montagna (- 8,5)».
Pochi italiani sulle sponde del Lario e una diminuzione delle visite alla zona lacustre e montana. Questi, quindi, due problemi ai quali provare a dare una risposta.
«In riferimento ai dati sui turisti italiani – continua Dadati – credo che una buona ricetta possa essere quella di sviluppare una rete efficace tra tutti i soggetti interessati. Strutture ricettive grandi e piccole, ristoranti, produttori locali e così via devono cooperare per dare forma a un’offerta turistica di livello, smettendo di pensare esclusivamente al proprio ambito specifico e aprendosi a 360 gradi a ciò che caratterizza il Lago di Como. A questo si deve aggiungere la collaborazione con le province vicine, così da creare una zona metropolitana milanese di sicuro interesse per i turisti. Per finire non deve mancare una maggiore consapevolezza dell’anima del nostro territorio: il Lario non è una zona adatta alla balneazione ed è tradizionalmente caratterizzato da un’atmosfera romantica, fatta di paesaggi, giardini spettacolari e ville».
Ma ad attirare la nostra attenzione è il fatto che gli andamenti relativi all’area del Lago siano stati confermati anche dai dati del primo trimestre del 2011. «Sono sempre gli italiani – prosegue l’assessore – a non trascorrere del tempo sulle nostre rive: il calo di arrivi e presenze nell’area Lago prosegue, infatti, anche nei primi mesi di quest’anno e a ciò si aggiunge anche una diminuzione delle visite al Capoluogo (- 17,7 per cento per quanto riguarda gli arrivi e -12,9 per le presenze). Nel trimestre si registra, invece, un’inversione di tendenza per la Montagna, che rispetto al 2010 vede un incremento degli arrivi (+ 4,6). Sempre buono, poi, il dato relativo alla Brianza».
Come spiegare, quindi, lo scarso interesse dimostrato nei confronti del lago e della città capoluogo? «Un primo aspetto da valutare – interviene Ciresa – riguarda il maltempo. Dal momento che il nostro territorio attira soprattutto per brevi soggiorni, spesso solo un week-end, è ovvio come il tempo incerto non aiuti il turismo sul lago. In questo senso credo che bisognerebbe muoversi per cambiare l’approccio che il territorio ha nei confronti del turismo, così da rendere i soggiorni più lunghi e meno “mordi e fuggi” e da creare un nuovo settore lavorativo per il futuro. In riferimento alla città di Lecco un aspetto da valutare con attenzione è la mancanza di un porto. Ritengo, infatti, che la costruzione di una struttura adeguata, certo a basso impatto ambientale, sia fondamentale per facilitare lo sviluppo turistico del capoluogo».