LECCO – La città di Lecco e la Grande Guerra. A spiegare il legame tra la nostra città e il primo conflitto mondiale, a 100 anni dal suo inizio, ci hanno pensato gli studenti del Liceo Classico Manzoni, attraverso il percorso intitolato “Le pietre della guerra”.
All’invito dei liceali hanno risposto circa 100 cittadini, che nello scorso week-end hanno seguito i percorsi urbani sulla memoria della Grande Guerra a Lecco, guidati dagli alunni dell’ultimo anno. Sei tappe per affrontare un’analisi scrupolosa di alcune testimonianze monumentali realizzate in città negli anni immediatamente successivi al 1918.
I ragazzi di Quinta A, B e C hanno lavorato al progetto – inserito nel festival Immagimondo – sin dal mese di giugno, guidati dai docenti di Storia (Prof. Michele Donnanno), Storia dell’Arte (Prof.ssa Laura Polo D’Ambrosio) e Inglese (Prof.ssa Monica Putzu).
Al centro della loro analisi sono finiti testi di varia natura: libri, articoli, fonti originali presenti negli archivi e nelle biblioteche della città, fotografie e cartoline dell’epoca, che hanno condotto alla creazione di un percorso guidato, sia in italiano che in inglese, da offrire alla cittadinanza. La risposta è stata entusiasta.
Ecco le tappe della memoria presentate da guide d’eccezione in oltre due ore di percorso:
1) Via Leonardo da Vinci: targa dedicata a Cesare Battisti e lapide commemorativa del 73° Reggimento all’interno della Caserma Sirtori. Guida: Giovanni Sabadini.
2) Monumento ai Caduti Lecchesi – Guide: Michele Piatti e Stefano Colombo.
3) Lungo Lario Isonzo e Monumento a Mario Cermenati – Guida: Alice Plebani.
4) Cimitero Monumentale, con particolare riferimento alla tomba del Capitano Rodolfo Urio. Guide: Giuditta Rossi ed Elisabetta Fumagalli.
5) Monumento ai Caduti di Piazza Dell’Oro a Castello. Guide: Marta Ravasio e Rebecca Ciattini.
6) Santuario di Santa Maria della Vittoria. Guide: Carolina Ratti e Francesca Lella.
7) Lapide commemorativa e Bollettino della Vittoria, presenti nella sede del Liceo Manzoni in via Ghislanzoni. Guide: Umberto Verdura e Stefano Conti.