Il ricordo dell’agente Pischedda, nella lettera di un collega: “Ciao Francesco…”

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Francesco Pischedda, morto durante un inseguimento nella notte nel febbraio del 2017

 

BELLANO – “Ciao Fra… ti ricordi che ogni tanto si parlava del fatto che la caserma non era mai stata inaugurata? Certo mai avrei immaginato che sarebbe accaduto in queste circostanze, non solo con l’inaugurazione, ma con l’intitolazione a tuo nome.

Caserma Pischedda Francesco.

Sono qui a ricordare la bella persona che sei, il tuo coraggio e la tua determinazione, la tua forza e il tuo altruismo. La tua è stata un’amicizia fatta di entusiasmo generoso, di grande e disinteressata disponibilità.

Nessuno avrebbe mai pensato insomma che saresti diventato un angelo prima di tutti noi.

Giuseppe Virgilio, collega e amico di Francesco Pischedda

Conservo ancora i bellissimi ricordi da quando ci siamo conosciuti, sono importanti per tenerti vicino.

Ricordo quanto fosse bello il tuo sorriso e quanto rassicurante fossero per me le tue parole; ti ho conosciuto come un grande amico, un ragazzo senza malizia, io personalmente ho trovato molto di più, ho scoperto un fratello, un indispensabile punto di riferimento.

Un anno è passato ed io, Tummy e tutti gli altri ancora oggi facciamo fatica a realizzare quanto successo… non ti nascondo che più di una volta immaginiamo di vederti scendere dalle scale come era tuo solito fare quando iniziavi il servizio. Mi piacerebbe sapere con chi e come trascorri le tue giornate, ma soprattutto invidio chi adesso ti sta accanto e gode della tua gioia, mentre io posso solo guardarti in foto.

Hai sempre cercato, a tuo modo, di essere al centro dell’attenzione… beh amico mio, in un certo senso ci sei riuscito, hai smosso televisioni, giornali e addirittura il capo della Polizia… stavolta hai veramente esagerato.

Sappi che mi manchi tanto, e anche se te l’ho detto in poche occasioni, ricordati che ti voglio un bene immenso.

Una volta un uomo mi disse: ‘l’errore peggiore che si possa fare è quello di credere di essere vivi, quando invece stai dormendo nella sala d’attesa della vita’. Ora tu sei più vivo che mai e da lassù sostienici e prenditi cura di noi”

Giuseppe Virgilio