La giunta chiarisce, ma il futuro delle scuole rimane incerto

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uno degli striscioni affissi sul cancello della scuola elementare di sala
da sinistra: la dirigente scolastica maria Luisa Zuccoli, il presidente del consiglio d’istituto Dario Cesari, il sindaco Cesare Valsecchi durante l’assemblea pubblica sulle scuole

 

CALOLZIO – Mancano pochi giorni alla chiusura delle iscrizioni per il prossimo anno scolastico 2017/2018, e la questione delle scuole, a Calolzio, è destinata a esplodere. Proprio in questi giorni è stato distribuito nei plessi scolastici un volantino a firma del gruppo consigliare ‘Cittadini Uniti per Calolziocorte’: “Il piano di riorganizzazione- si legge- la nostra proposta in sintesi. Motivazioni, metodo e obiettivi, la situazione reale e i vantaggi”, il testo, fra ammissioni di colpa e scaricabarili, non è passato inosservato ai genitori, dando il via alle critiche sui social.

I genitori durante la seduta di consiglio comunale, in primo piano gli striscioni di protesta

 

“Il piano è frutto di un attento e accurato lavoro”, questo l’esordio il cui tempo verbale presente stride con i fatti che vogliono il progetto della maggioranza affossato, tanto nella seduta di consiglio comunale, quanto dall’opinione pubblica con la rabbia e la costante partecipazione dei genitori. Proprio intorno alla compartecipazione si sono sempre focalizzati mamme e papà, sostenuti da insegnati e personale ata, accusanti la giunta di averli lasciati all’oscuro della riorganizzazione fino a ridosso delle iscrizioni, quando ormai gli open day erano già stati fatti, e gran parte delle decisioni già prese. “Il piano tiene conto delle osservazioni e delle proposte raccolte negli incontri avuti nel mese di dicembre con genitori e insegnanti -sostengono invece dalla maggioranza- stante il calo demografico non potrà essere mantenuta l’attuale disponibilità scolastica” si afferma poche righe più sotto, ed è proprio questa la preoccupazione degli ultimi giorni, “salterebbe” (almeno) una nuova classe se non dovessero esserci abbastanza iscritti, ed il plesso che rischia maggiormente è quello collinare di Rossino, “lasciato solo” si è detto.

La scuola di Rossino

 

Una necessità per l’amministrazione è dare la propria versione dei fatti; “la realtà è che il piano si proponeva di garantire la presenza di una scuola dell’infanzia e di una primaria in ogni quartiere – con il blocco delle iscrizioni all’asilo di Foppenico, preludio della chiusura prevista 3 anni più tardi –ora invece c’è il rischio che per salvaguardare una posizione conservativa ben presto nelle scuole si creeranno problemi non facilmente gestibili –  prospetta la giunta, rispondendo, poi, agli attacchi delle minoranze che – accusano l’amministrazione di aver elaborato un piano minimo, proponendo di rimandare di un anno ogni decisione, ma non hanno avanzato in merito alcuna proposta. E infatti pur essendo stato il sindaco disponibile a ritirare il provvedimento – solo dopo ore di discussione in sede di consiglio, quando ormai era certo di non avere i voti necessari alla votazione, è doveroso aggiungere –  con l’impegno di giungere a predisporre un altro piano le minoranze non si sono dichiarate disponibili”, nel breve periodo, dichiarandosi, invece, pronte alla collaborazione di fronte alla volontà di procrastinare il provvedimento di un anno.

Riconosciamo che aver presentato il piano a dicembre a ridosso delle scadenze per le iscrizioni ha comportato una ‘compressione’ dei tempi necessari per informare adeguatamente genitori e insegnanti del significato del piano di riorganizzazione scolastica, delle sue finalità, dei vantaggi e delle conseguenze favorendo la necessaria partecipazione dei soggetti – scrive il gruppo consigliare, in una sorta di mea culpa, pur sostenendo come non “pare che fosse un percorso partecipativo ‘poco aperto’ e non sufficientemente responsabile” scaricando qualche mancanza alle opposizioni, ree di aver “volutamente disertato la conferenza capigruppo” il primo step dell’iter fissato per lo scorso 2 dicembre.

“Noi saremmo stati responsabili degli effetti del piano solo in caso di sua approvazione ma non certo delle conseguenze derivanti dal non averlo approvato, di questo è corresponsabile tutto il consiglio comunale, ognuno per la propria parte”.

“L’amministrazione difende il piano di riorganizzazione elaborato” si conclude così il dépliant, quattro pagine in cui, senza mai usare le parole “ragazzi”, “bambini” o ancora “studenti”, la maggioranza guidata dal primo cittadino Valsecchi ha proposto la propria posizione in merito alle scuole, spiegato le motivazioni e riassunto il percorso senza fare alcun passo indietro, nonostante la bocciatura, ma soprattutto senza prospettare un progetto alternativo, ormai utopico, all’alba dei dati delle iscrizioni, noti dal prossimo 6 febbraio.