LECCO – Riceviamo e pubblichiamo una lettera al sindaco della città di Lecco in merito alle dichiarazioni in occasione della ricorrenza del Primo Maggio.
“Caro sindaco Brivio: facciamo cambio! Faccio parte di quella generazione di cui Lei parla in occasione della ricorrenza del Primo Maggio. Quella generazione che deve munirsi di ‘duttilità’, che deve abituarsi a cambiare spesso mestiere perché, come dice Lei, in altri Paesi accade almeno quattro volte nella vita. In altri Paesi? Io, come tanti altri coetanei italiani, quattro mestieri li ho cambiati già da tempo!
Personalmente sono un po’ stufo di sorbirmi l’apologia della flessibilità (che poi si scrive così ma si legge precarietà), come fosse qualcosa di straordinario, come se non avere la certezza dell’impiego fosse una prospettiva affascinante e stimolante.
Caro Sindaco, non è bello che una generazione intera non possa affittare una casa, comprare una macchina, costruirsi una famiglia. Perché di questo si tratta: non avere un contratto di lavoro con determinate garanzie non ti permette di ambire ad avere una vita indipendente e dignitosa. Lei lo chiama ‘inutile esercizio di chi pesca nel passato per umiliare il presente e per raffronti ormai improponibili’ io lo chiamo ‘avere dei diritti, ieri come oggi’.
Nella nostra provincia il 54% dei giovani ha svolto stage non retribuiti, il 60% ha sperimentato il lavoro nero e se teniamo conto della differenza di genere nella lettura dei dati, le mie coetanee se la passano anche peggio. Inoltre, purtroppo, non sono solo i giovani a soffrire di disoccupazione o precarietà, questa piaga si sta diffondendo sempre più colpendo generazioni che difficilmente potranno ritrovare un’occupazione.
So bene che le condizioni del mercato del lavoro non dipendono dal sindaco di Lecco, ma credo che la politica serva a cambiare le cose, non a ratificare lo stato dell’arte e credo quindi che anche Lei, per ciò che le compete, dovrebbe cercare di creare le premesse per un mondo del lavoro più dignitoso.
Caro Brivio, la invito bonariamente quindi a invertire i ruoli: le offro una settimana da precario, intanto io proverò a fare il sindaco. Chissà che, vivendola sulla propria pelle, non inizi a combattere la precarietà piuttosto che definirla un’opportunità”.
Emanuele Manzoni
27 anni