Leuci area di gioco per la guerra simulata. Il Comitato: “Indignati”

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LECCO – Non si placa la polemica dopo la domenica di ‘guerriglia’ simulata tra i capannoni della Leuci: l’ex fabbrica di lampadine, su cui da tempo verte un’ordinanza del Comune per la messa in sicurezza e la rimozione dell’amianto, è diventata uno scenario di gioco per gli amanti del softair (qui l’articolo), alzando un polverone di critiche da parte, prima dei residenti, impegnati nella battaglia affinché sia rimosso l’eternit ammalorato sui tetti della ditta, ed ora degli ex dipendenti e delle associazioni che si sono unite nel comitato per il rinascita industriale della fabbrica.

“Dire che come promotori di Cittadellaluce siamo rimasti sconcertati dell’utilizzo dell’area ex Leuci a fini di guerra (simulata) è poco! Indignazione sarebbe la parola più giusta per descrivere il nostro stato d’animo.

Indignazione, a partire da quanto (e più di noi) possano aver provato i cittadini residenti attorno all’area. Cittadini, sottoscrittori di varie interlocuzioni attive con le istituzioni, per la pesante presenza dell’amianto nell’area Ex Leuci.

Ci limitiamo qui di seguito a porre alcune semplici ma ineludibili domande:

• Quali sono “gli organi di sicurezza” a cui sarebbe stata indirizzata (secondo il foglio affisso esternamente durante “l’esercitazione”) da parte dei fruitori-guerrieri, ovviamente d’accordo con la proprietà dell’area, la loro comunicazione d’uso?

• Che iniziative pratiche le autorità competenti nei vari campi connessi ed primis l’Amministrazione Comunale (che secondo alcuni media non ne sapesse niente per voce del Sindaco stesso ) intendono assumere?

• Viste le palesi contraddizioni (con l’inqualificabile ultimo atteggiamento) della proprietà rispetto ai precedenti e cogenti passi sia in ambito sanitario che amministrativo/giuridico messe in campo dai competenti organi istituzionali, che provvedimenti quest’ultimi intendono adottare per tutelare la salute pubblica ma anche la crediblità stessa dell’immagine delle istituzioni?

Non andiamo oltre, pur essendoci molte altre cose da dire!”

Cittadellaluce

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Sul caso anche il CODACOS è intervenuto facendo sapere di voler inviare “una diffida al Comune di Lecco ed esposto alla Procura della Repubblica, al fine di rimuovere urgentemente l’amianto: la salute dei cittadini  – dicono dall’associazione a difesa dei consumatori  – non può attendere”.