«Le nuove generazioni hanno rimosso la storia, sono troppo legate al presente e non riescono a pianificare qualcosa di nuovo per il futuro. La sfida, oggi, è riuscire a responsabilizzarle e a coinvolgerle in nuovi progetti capaci di combattere la tendenza all’antipolitica». Questo il messaggio lanciato da Luciana Castellina martedì sera nel circolo Arci di viale Lombardia, durante il quarto incontro della rassegna culturale Nessuno Escluso.
Promossa da Arci Lecco, Cgil Lecco, Sinistra Ecologia Libertà, Rifondazione Comunista e dalla Fondazione Ciceri Losi, la kermesse è nata con l’obiettivo di festeggiare i 150 anni dell’Italia e, dopo aver accolto nelle scorse settimane personalità del calibro di Giulio Giorello e Fausto Bertinotti, martedì è stata la volta della nota politica, giornalista e scrittrice italiana, che ha colto l’occasione per presentare il suo ultimo libro, La scoperta del mondo.
Castellina, dal 1947 al 1969 parte del Partito Comunista Italiano, esponente di Partito di Unità Proletaria per il comunismo, Democrazia Proletaria e Rifondazione Comunista, tra i fondatori de Il Manifesto e dall’84 all’89 parlamentare europea, la racchiude nelle pagine del suo nuovo libro il periodo in cui ha cominciato ad aprire gli occhi e a indagare il mondo circostante. Un volume edito proprio quest’anno da Nottetempo Roma e che si è posizionato tra i cinque finalisti del Premio Strega 2011.
«Si tratta – spiega l’autrice – di una rielaborazione di venti quaderni che ho scritto durante la mia giovinezza e, nello specifico, tra il luglio del ’43 e l’ottobre del ’47. Ero allora molto giovane e iniziavo proprio in quegli anni a guardarmi intorno e a reinterpretare i fatti che mi circondavano. Il mio avvicinamento alla politica – racconta – lo devo ad Anna Maria Mussolini, figlia del duce. Eravamo compagne di scuola e standole accanto ho avuto modo di capire come uno stesso avvenimento possa essere interpretato in chiavi diverse. Ogni giorno, al termine delle lezioni, noi studenti – prosegue – dovevamo ascoltare il bollettino ufficiale di guerra e proprio mentre la voce narrava le imprese belliche e lodava il re, Anna Maria era solita dire la sua, riportando alcuni commenti sentiti in casa e che svelavano punti di vista meno ufficiali. Ascoltare piccole frasi discordanti mi ha fatto riflettere sul fatto che non esiste una verità assoluta e che ci sono modi diversi di intendere una data cosa. Quando hanno arrestato Mussolini – aggiunge – mi trovavo a casa di Anna Maria, a Riccione. È proprio il 25 luglio del ’43 il giorno in cui ho cominciato la scrittura del mio diario e delle riflessioni oggi raccolte nel libro».
Ma accanto ai temi che emergono in La scoperta del mondo, la serata ha visto l’ospite affrontare problematiche attuali, soprattutto in riferimento ai giovani d’oggi, sempre meno attivi politicamente e sempre più schivi nei confronti dei partiti. «Conosco le nuove generazioni da vicino – riprende – ho due nipoti molto giovani, con i quali spesso mi perdo in discussioni e momenti di confronto. Quello che mi sembra di cogliere è un generale allontanamento dalla politica come la intendevamo noi nel dopoguerra. Ricordo il ruolo fondamentale rivestito dai partiti di massa all’indomani del crollo del fascismo: sono stati loro – il PCI, il Psi e la Dc – i principali promotori della rinascita culturale del nostro Paese. Ci si incontrava nelle sedi di partito, si dialogava su grandi tematiche, anche internazionali, si entrava in contatto con l’arte. Insomma, un po’ alla volta la politica è cambiata e i giovani non partecipano più a grandi progetti capaci di coinvolgere una pluralità di persone. Pensiamo agli Indignados spagnoli: protestano oggi, nel presente, ma non si riconoscono in alcun partito e non progettano nulla per il futuro. Credo che la chiave per risollevare il nostro Paese sia da ricercare in questa mancanza di partecipazione, di valori etici condivisi, di senso collettivo, di responsabilità».
Presentati durante la serata anche gli esiti dell’iniziativa di ripristino dei “Sentieri della memoria”, i percorsi partigiani in Val Biandino recuperati grazie al lavoro di Arci Osnago, Anpi e di alcuni giovani volontari. «Si è trattato – illustra Davide Ronzoni, presidente Arci Lecco – di un progetto importante, che risponde bene all’esigenza di riavvicinare i ragazzi alla memoria. Il recupero di questi sentieri ha permesso ai volontari di entrare in contatto con una parte importante della storia d’Italia e la presenza durante i lavori di giovani provenienti dalla Slovenia e dalla Germania è stata l’occasione – conclude – per un confronto anche a livello europeo».