MANDELLO – “Il Comitato “Maggiana non si tocca” intende ribadire alcuni aspetti relativi allo svincolo della Ss36 a seguito della bieca strumentalizzazione, avviata con puntualità a seguito dell’evento franoso sulla Provinciale 72. Ci preme sottolineare per l’ennesima volta la scarsa informazione, per pigrizia o forse per pura comodità, sull’opera che l’Amministrazione sta prendendo in considerazione di attuare”.
Torna a prendere posizione, il Comitato “Maggiana non si tocca”, sul minisvincolo della “36”. Lo fa con una nota in cui scrive: “Rimarchiamo come la comunanza tra l’eventuale realizzazione dello svincolo e l’evento recentemente accaduto sia frutto di superficialità e approssimazione. Il disagio dello scorso week-end, infatti, si è verificato nella direzione opposta a quella prevista per la realizzazione dello svincolo! Mentre da un lato si scatenava un coro di sproloqui e di slogan insensati, riteniamo esemplare il comportamento dei cittadini di via per Maggiana, della stessa frazione di Maggiana e delle frazioni di Abbadia Lariana, ossia Crebbio e Linzanico, i quali hanno subìto i disagi senza inutili lamentele”.
Il Comitato aggiunge: “Chi si è divertito ad alimentare polemiche e accuse senza essere a contatto con il disagio, oppure trovandosi addirittura lontano dal paese in quei giorni, è l’esempio di una società che sempre più spesso vive sui social senza conoscere né comprendere. Sullo svincolo, “Maggiana non si tocca” ha sempre avuto atteggiamenti di confronto, tanto da essersi reso fautore del dibattito pubblico alla presenza del sindaco, Riccardo Fasoli, lo scorso 19 maggio. Il Comitato, da sempre chiaro e trasparente, ribadisce la contrarietà più assoluta nei confronti di quest’opera, inutile e gravemente dannosa, e prende le distanze da chi accusa di voler fomentare una polemica di fatto inesistente”.
Quindi l’ultima annotazione: “E’ sicuramente più comodo stare seduti sul divano davanti al televisore o digitando tasti sul computer piuttosto che impegnare poco tempo per avere le idee più chiare riguardo a un’opera che da vent’anni fa discutere la cittadinanza di Mandello”.