Nameless: aNight spiega il successo mondiale dell’evento

Tempo di lettura: 4 minuti
anight
La formazione di aNight organizzatrice del Nameless

LECCO – Bilancio positivo per il Nameless, i tre giorni di festival dell’elettronica hanno attirato in città ben 15 mila persone. Soddisfatti gli organizzatori che promettono “altrettanto successo” per l’edizione del prossimo anno.

“E’ la prima volta che in Italia si riesce a fare un evento del genere – commenta Alberto Fumagalli, della società lecchese aNight, organizzatrice dell’evento – da parte degli artisti abbiamo ricevuto i complimenti per l’organizzazione: martedì mattina io stesso ho accompagnato Congo rock  a Malpensa e lui che è abituato a girare festival di tutto il mondo, mi ha detto che sembrava di essere in America”.

Al festival hanno partecipato ragazzi e ragazze di tutte le età: “Prendendo spunto da come funziona negli Stati Uniti abbiamo deciso di non imporre nessun limite di età per la partecipazione – spiega Fumagalli – difatti c’erano ragazzi molto giovani, ma anche trentenni e ho intravisto anche qualche genitore con i figli di 10 anni”.

nameless 2014 (3)

A quanto pare, ospitando questo evento, la città di Lecco è riuscita dove altri hanno fallito,come spiega Fumagalli: “In Italia si sono registrati dei clamorosi flop in città come Milano, Roma, Bologna o Varese, questo perché non c’è ancora la mentalità necessaria per organizzare festival come il Nameless: ci si approccia all’evento come per le serate in discoteca, si punta tutto sulle pubbliche relazioni, quando invece andrebbero investite competenze specifiche sull’evento stesso. Un investimento che a noi è riuscito. Siamo un gruppo di 12 ragazzi, ognuno con abilità specifiche, affinate durate la scorsa edizione e il “Capodanno a Bormio”, e le abbiamo impiegate tutte nell’organizzazione. Ad oggi, Lecco insieme a Torino, si è creata uno spazio nel panorama mondiale della musica elettronica che è quella che ora va per la maggiore a livello mondiale, negli altri Stati, infatti, i concerti pop e rock stanno passando di moda per lasciare spazio a festival come il  nostro”.

La nostra città è salita agli onori di cronaca non solo per la musica, molti degli artisti presenti, infatti, ne hanno apprezzato il panorama e hanno deciso di farlo conoscere a tutti i loro fan: una foto scattata dalla terrazza dell’hotel “Griso” è stata postata su fb da Dvbbs e ha subito ottenuto 20 mila “mi piace”. Stessa sorte è toccata al loro video promozionale, girato quasi interamente durante il Nameless.

nameless 2014 (2)

Come accade di consuetudine nella vita, anche al Nameless non è stato tutto rose e fiori: la scorta di cibo e bevande non è stata sufficiente, nei tre giorni sono stati venduti 3800 panini a fronte di 15 mila persone presenti le quali, in base alla regola vigente, non potevano uscire e comprarsi il cibo in maniera autonoma, ma potevano solo consumare quello venduto all’interno. Stesso discorso per le bevande alcoliche, le scorte di birra sono finite in fretta lasciando a bocca asciutta parecchi avventori. “Per quando riguarda il food and beverage abbiamo molto da migliorare – ammettono gli organizzatori – ma contiamo in un netto miglioramento per il prossimo anno”.

Più spinosa, invece, è stata la polemica che si è aperta con alcuni gruppi di rapper iscritti agli stage interni al festival, i quali hanno lamentato la mancanza di microfoni e un’adeguata gestione del sonoro per evitare che hip hop e musica elettronica si sovrapponessero. “C’è stato un malinteso con gli addetti alle forniture del palco live che non ci hanno consegnato i materiali promessi – chiarisce Fumagalli – così i rapper ne hanno fatto le spese. Il nostro obiettivo principale era il mainstage e, di conseguenza, le nostre maggiori attenzioni si sono concentrate lì, da qui la pecca organizzativa. I rapper che si sono lamentati hanno ragione, ma non voglio più continuare la polemica perché credo che adesso abbiano esagerato, trovandosi così a passare dalla parte del torto. Su Facebook hanno offeso pesantemente sia noi che chiunque volesse difenderci, a questo punto, essendoci già scusati, crediamo sia meglio chiuderla qua e non dare più adito a episodi spiacevoli di questo genere”.