LECCO – Da oggi l’acqua costa di più: tra polemiche e divisioni in maggioranza, la Provincia vota l’aumento del 9% sulle tariffe di erogazione del servizio idrico.
Una riunione di maggioranza prima dell’inizio del penultimo consiglio provinciale, la presa di coscienza sulle diverse “sensibilità” di alcuni consiglieri e poi il via ai lavori: bisogna decidere se le famiglie lecchesi dovranno pagare una bolletta più cara, come richiesto dai sindaci del territorio, oppure no.
Una decisione che mina la coesione del gruppo di Daniele Nava: i consiglieri della Lega decidono di votare contro, mentre Ncd, Fratelli d’Italia, Sel, Pd, Udc e Italia dei Valori optano per il sì. Tra i consiglieri c’è, infine, anche chi sceglie di astenersi e in sei addirittura escono dall’aula.
“Il grosso delle spese è costituito dalla manutenzione della rete idrica, per questo noi scegliamo di pensare agli investimenti – Italo Bruseghini spiega i motivi per cui il Pd voterà a favore dell’aumento – ci sono comuni che ora hanno reti quasi perfette, ma per ottenere questa condizione hanno dovuto accendere dei mutui e per farlo servono liquidità. Ad ogni modo vogliamo che ci siano interventi tempestivi ma economici, non dobbiamo fare solo interventi tampone e mai risolutivi, per questo auspichiamo ci sia sempre vigilanza sulla gestione del servizio”.
Le ragioni del “voto contro” le espone, invece, Ermanno Buzzi: “Voterò a sfavore perché sono stato presidente di Idrolario per due anni e mezzo e quando avevo messo al corrente che la società aveva bisogno di liquidità perchè stava passando un momento difficile, nessuno ha pensato di aumentare le tariffe, anzi un gruppo di sindaci Pd e Lega ha deciso di far decadere il consiglio di amministrazione. Ora Idroservice è solo un piccolo braccio di Larioreti holding…perché oggi dovremmo aumentare la tariffa per aiutare Larioreti, che se avesse rispettato i pagamenti dovuti, Idrolario non si sarebbe trovata in questa situazione?”.
A fargli eco c’è infine il presidente della Commissione Ambiente, il leghista Fernando Ceresa che ricorda come “nel 2012 fu bocciato l’aumento delle tariffe per non gravare spese maggiori sulle famiglie che già sopportavano la crisi economica” e chiede: “cosa è cambiato da allora?”.
L’esito della turbolenta votazione, però, è chiaro: le tariffe subiranno un aumento del 9% che riguarderà sia i privati che le imprese, il cambiamento non sarà retroattivo, ma riguarderà solo le bollette future. I soldi così recuperati serviranno per gli investimenti e, come assicura l’assessore Signorelli, “vi saranno controlli diretti da parte degli organi di vigilanza che assicureranno lo svolgimento corretto di tutte le operazioni”.