Premio Manzoni. Dori Ghezzi racconta ‘Faber’: “Vive con noi”

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L’Auditorium della Camera di Commercio gremito di persone sabato sera per il Premio Manzoni alla Carriera

 

LECCO – Le poltroncine rosse tutte occupate, tante persone in piedi, qualcuno seduto per terra. La serata di consegna del Premio Manzoni alla Carriera, quest’anno assegnato alla memoria del famoso cantautore Fabrizio De André, ha fatto ‘sold out’.

Dori Ghezzi con Vittorio Colombo

 

L’Auditorium della Camera di Commercio, che dalla chiusura del Teatro della Società ospita il prestigioso premio letterario internazionale Alessandro Manzoni organizzato dall’Associazione 50&Più di Confcommercio Lecco in collaborazione con Assocultura, Centro Nazionale di Studi Manzoniani e Comune di Lecco, sabato sera ha accolto  tantissimi lecchesi che non hanno voluto perdere l’incontro con Dori Ghezzi, moglie di ‘Faber’, alla quale è stato consegnato il Premio Manzoni alla Carriera.

Una serata in ricordo del cantautore genovese, scomparso l’11 gennaio 1999, al quale l’organizzazione del Premio Manzoni ha voluto tributare il Premio alla Carriera città di Lecco, riconoscimento dato gli scorsi anni a Valerio Massimo Manfredi (2017), Dacia Maraini (2016), Luis Sepulveda (2015), solo per citare alcuni nomi.

Sul palco, insieme al giornalista Vittorio Colombo, Dori Ghezzi, 72 anni, compagna di De André, che accompagnata da video documentari ha ripercorso l’attività musicale e poetica del marito, ricordato come “importante cantautore civile e uno degli ultimi grandi poeti dei nostri tempi“.

“Fabrizio è più vivo che mai”. Così ha esordito Dori Ghezzi ricordando Faber, a pochi mesi dall’anniversario della sua scomparsa, 20 anni fa. “Davvero, più il tempo passa più mi rendo conto che Fabrizio continua a vivere nel cuore di tantissime persone, che per parlare di quello che accade oggi recitano i suoi versi e cantano le sue canzoni. Questo testimonia quanto il suo messaggio sia ancora attualissimo”.

Dori Ghezzi è autrice di “Lui, io, noi”, pubblicato nel 2018 da Einaudi, libro in cui racconta la storia con Fabrizio De André aiutata da Giordano Meacci e Francesca Serafini, autori e sceneggiatori del film di Claudio Caligari “Non essere libero” e della miniserie di due puntate su De André “Principe Libero” andata in onda su Rai 1.

“Ho conosciuto Fabrizio nel 1969, alla serata del Premio Caravella d’Oro in cui lui fu premiato come migliore cantautore. Ricordo i suoi occhi nei miei e i miei nei suoi, sguardi intensi, indimenticabili. Non è poi una cosa tanto speciale a ben pensarci, sarà capitato a tutti almeno una volta nella vita – ha ricordato Dori – infatti per i quattro anni successivi non è successo niente, fino a che ci siamo rincontrati nel 1974 allo studio di registrazione. Mi chiese di entrare per ascoltare la canzone che stava ultimando, era Valzer per un amore. Non abbiamo sprecato questa seconda occasione…ci siamo scambiati i numeri di telefono, e così è cominciato tutto”.

Una grande storia d’amore coronata da intense amicizie, come quella con Fernanda Pivano e Paolo Villaggio, e da grandi avventure, come la scelta di trasferirsi in Sardegna per coltivare la terra e allevare gli animali. “Fabrizio diceva che per essere cantautori si poteva lavorare solo nei fine settimana, ma per fare gli agricoltori no. Ci siamo trasferiti per trovare la bellezza ma anche una ragione di vita”.

Ma la Sardegna, come noto, è stata teatro del sequestro di cui De André e Ghezzi furono vittime nell’agosto del 1979: per quattro lunghi mesi i coniugi vissero con i sequestratori, per poi venire rilasciati. Non sono mancati gli aneddoti: “Un giorno, parlando, uno dei rapitori disse a Fabrizio che il suo cantautore preferito era Guccini. Lui rispose: ‘E allora perchè non avete rapito lui?’. Dopo essere stati rilasciati non cercavamo vendetta, volevamo solo dimenticare e andare avanti” ha ricordato Dori Ghezzi guardando il filmato relativo al sequestro e al processo che ne seguì.

In prima fila il presidente di Confcommercio Antonio Peccati (primo a sinistra), il Comandante dei Carabinieri di Lecco Pasquale Del Gaudio, il sindaco di Lecco Virginio Brivio e il presidente di 50&Più Eugenio Milani

 

Durante la serata si è parlato anche del rapporto di De André con Alessandro Manzoni: “Dalle sue primissime canzoni Fabrizio dimostrò di avere una visione manzoniana della vita e dell’uomo: pensiamo a Marinella, prostituta, a Geordie, impiccato per avere rubato dei cervi, al soldato Piero, al Michè e a moltissimi altri personaggi delle ballate di De André. Raccontano degli ultimi, come Manzoni, e del loro tragico riscatto. Si può rilevare qualcosa di simile anche nelle canzoni in cui racconta la storia del ’68, scritta qualche anno dopo, perchè Fabrizio era contrario alla rivolta, non la appoggiava e non ha mai avuto paura di dichiararlo, a suo modo. In effetti non ha mai fatto mistero di cosa pensasse, era un uomo profondo, un grande ascoltatore che sapeva mettere a suo agio chiunque”.

Dalla scelta politica anarchica, al rapporto con le donne, al suo vizio più grande, quelle sigarette, “che se le finiva si svegliava di notte, metteva l’impermeabile e usciva alla ricerca di un tabaccaio aperto. Ricordo che lo contestavo, gli chiedevo come poteva parlare di libertà se poi era il primo ad essere incatenato a una dipendenza! – ha ricordato Dori – è anche vero che da buona compagna avevo iniziato a tenermi in borsa per lui due pacchetti di sigarette di scorta e un accendino. L’usanza mi è rimasta, anche a distanza di 20 anni, in borsa ho sempre un accendino”.

Gli aneddoti durante la serata sono stati numerosi: “Quando viaggiava tanto e ci vedevamo poco ci sentivamo via cellulare. Non so cos’è successo ma una volta ci arrivò una bolletta di 19 milioni di lire…Fabrizio prese il telefono e lo seppellì sotto il fico che avevamo in giardino, che io ricordi non fu mai dissotterrato! Ha sempre avuto problemi con la tecnologia, per lui esistevano solo carta e penna”. E poi ancora: Quando componeva, condivideva con me, se ero con lui, ma anche con altri, senza discriminazioni. Una volta arrivò il fattorino per consegnarci qualcosa, lui gli chiese di fermarsi e di ascoltare tre versioni della canzone sulla quale stava lavorando, per dirgli quale gli sembrava migliore. Per lui insomma contava molto l’aspetto emotivo, le emozioni che trasmetteva con le sue parole”.

Per la sua poesia e i suoi meriti De Andrè è stato insignito del Premio Manzoni alla Carriera, con la seguente motivazione, letta da Stefano Motta durante la consegna della targa a Dori Ghezzi: “Per aver raccontato gli ultimi della terra con l’immensa forza della sua poesia in musica“.

Dori Ghezzi con il Premio Manzoni alla Carriera in memoria di Fabrizio De André

 

Sul palco insieme all’ospite sono saliti il presidente di 50&Più Confcommercio Lecco Eugenio Milani, il sindaco di Lecco Virginio Brivio, il presidente di Confcommercio Lecco Antonio Peccati, Stefano Motta, Ermanno Paccagnini, il presidente di Acel Energia, sponsor della manifestazione, Giovanni Priore, e Francesca Serafini. 

“Grazie a Dori per averci regalato una serata carica di magia ed emozioni – ha dichiarato Eugenio Milani – mi fa piacere aver visto così tanti giovani in sala, a testimonianza del fatto che De André parla ancora a diverse generazioni. Lo ricordiamo come uno dei grandi ultimi poeti dei nostri tempi, capace di raccontare come pochi l’ambiguità del presente, un onore assegnargli il Premio Manzoni alla Carriera”.

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