LECCO – Inaugurata la prima domenica di novembre del 2010 in concomitanza con il “battesimo” della nuova piazza San Carlo di Rancio, era stata manomessa qualche tempo fa, quando ignoti si erano accaniti contro i tubi di rame.
In quell’occasione un ex dipendente del Comune di Lecco, il geometra Carlo Rigamonti, si era fatto carico di far rimuovere i tubi danneggiati, in seguito restaurati con perizia da un idraulico del posto, che non aveva neppure essere ricompensato per il lavoro svolto. E una settimana fa i tubi, dopo essere stati riverniciati, erano stati ricollocati sulla fontana.
Nello contempo si era pure provveduto a riverniciare la grata che copre la vasca, il cui interno – annerito e in parte coperto dal muschio – era stato ripulito a cura dello stesso idraulico già intervenuto sui tubi.
Adesso la fontana cosiddetta “delle tre bocche di Castione”, restaurata anni fa per iniziativa del Comune e della delegazione cittadina del Fondo per l’Ambiente Italiano, è stata nuovamente fatta oggetto di un assurdo vandalismo. E il Fai ha dovuto prendere una decisione che non avrebbe mai voluto adottare: ha cioè deciso che non si darà corso a un nuovo restauro.
A comunicarlo è Gianfranco Scotti, capo della delegazione lecchese del Fondo per l’Ambiente. “E’ incredibile e assurdo quanto accaduto – afferma – considerato tra l’altro che erano anche stati cementati i ciottoli del basamento, a cura di un incaricato della nostra segretaria Silvia Cima. Insomma la fontana era tornata al suo aspetto originario”. “Adesso siamo punto e a capo – aggiunge Scotti, sconsolato e amareggiato – e pensiamo che, almeno per il momento, non sia più il caso di intervenire. Ma tutto ciò è davvero desolante”.
La fontana collocata nel rione cittadino di Rancio venne realizzata nel 1853 dallo scalpellino Abbondio Molinari in occasione della costruzione dell’acquedotto da parte dell’ingegner Cosmo Pini. La vasca e il corpo sono in pietra di Saltrio (Viggiù), utilizzata in più occasioni anche dal noto architetto Giuseppe Bovara.
La parte terminale superiore consiste in una decorazione in pietra che rappresenta tre delfini intrecciati con la coda verso l’alto. Dalla bocca dei delfini fuoriesce l’acqua tramite tubi in rame sagomati, uniti a una griglia collocata sopra la vasca.
Nel 1983 l’impianto idrico esistente di adduzione della sorgente era stato sostituito con l’alimentazione della rete dell’acqua potabile.
Nel 2009 la delegazione di Lecco del Fai – per interessamento di Bruno Bianchi, Gianfranco Scotti e Silvia Cima e con l’autorizzazione della Soprintendenza dei beni architettonici di Milano – si era fatta carico, come già ricordato, di restaurare la fontana.
Il progetto architettonico di sistemazione della piazza, redatto da Carmen Carabús del Comune di Lecco, aveva inteso prioritariamente salvaguardare proprio la fontana e ridare alla piazza la sua antica funzione pedonale.