LECCO – Dal 18 aprile sul territorio lecchese circoleranno 3 auto delle forze dell’ordine con a bordo il defibrillatore e Agenti abilitati all’utilizzo dell’importante apparecchiatura.
Grazie ai Rotary Club Le Grigne, Manzoni e Lecco, ispiratori del Progetto SALVACUORE ROTARY, sono stati consegnati 4 DAE (Defibrillatore automatico esterno) ai comandi di Polstrada, Carabinieri, Polizia stradale e Protezione Civile dell’Associazione Alpini di Lecco.
Sono stati anche organizzati, con il prezioso contributo della Croce Rossa di Lecco e il Soccorso degli Alpini di Mandello Lario, i corsi obbligatori per formare e abilitare una settantina di volontari, scelti tra gli Agenti e i Volontari dell’ANA, che così otterranno il diploma che certifica la loro idoneità a intervenire in caso di persona colta da malore, per accertarne l’eventuale arresto cardiaco, decidere l’impiego del defibrillatore e attivare la procedura d’impiego. I primi dodici diplomi sono già stati assegnati
A bordo delle auto in servizio, in h24, ci sarà sempre un defibrillatore e Agenti abilitati, che garantiranno interventi solleciti e qualificati, non solo in città ma anche sulle strade e superstrade da Usmate al Trivio Fuentes. In occasione delle partite, all’esterno dello Stadio di Lecco o delle manifestazioni sportive e turistiche, nonché nel front office di via Sassi gli Agenti della Polizia Locale saranno sempre pronti a intervenire
Ma questo è solo il primo passo di un progetto triennale che mira a creare nella città di Lecco una rete PAD, Pubblico Accesso al Defibrillatore, che assicuri la presenza di apparecchi a disposizione della cittadinanza, sotto la responsabilità e l’impiego di strutture associative o istituzionali, che ne garantiscano il corretto e tempestivo impiego.
I tempi di intervento sono molto limitati e pochi minuti possono fare la differenza tra salvare una vita o morire per fibrillazione.
Spesso i tempi di reazione dei passanti o la mancanza di elementi di base per una corretta diagnosi, o le condizioni logistiche e di traffico ritardano l’intervento dell’ambulanza. La copertura di questo spazio tra la chiamata e l’intervento, resa possibile dalla presenza capillare dei DAE e dei volontari costituisce un sensibile aumento delle possibilità di salvezza per la persona colpita da questa patologia.