MANDELLO – “In una lettera aperta indirizzata ai commercianti mandellesi, il sindaco Riccardo Fasoli cerca, ancora una volta, di sminuire l’impatto che la variante al Pgt portata avanti dalla sua Amministrazione avrà sul paese, senza che da ciò derivi il benché minimo interesse pubblico. Sostiene che 1.200 metri quadrati di supermercato non devono preoccupare, ma non pensa evidentemente che una dimensione del genere è almeno tre volte quella di uno dei piccoli supermercati presenti”.
Grazia Scurria torna sulla vicenda del centro commerciale da realizzare sull’area ex Cortesi e in una nota scrive: “Il primo cittadino si spinge addirittura a catalogare le merci che saranno messe in vendita, dimostrando però di non conoscere il tessuto commerciale mandellese, fatto per l’80% di negozi alimentari, e dimostrando anche di non aver capito cosa davvero il privato vuol fare visto che, all’interno dei 1.200 metri quadrati, 400 sono destinati al non alimentare, cioè proprio a quei negozi da centro commerciale (abbigliamento, parrucchiere, estetista, solarium, tabaccaio, edicola, eccetera) che a suo parere non sono previsti”.
“Non dice che si tratta di un centro commerciale – continua la capogruppo consiliare di “Casa Comune” – ma in realtà lo è, perché una pluralità di esercizi commerciali contornerà il supermercatone e tutti insieme faranno morire tutti i piccoli esercizi dei quartieri di Mandello, che a fatica hanno superato la crisi economica degli ultimi anni”.
Grazia Scurria aggiunge: “Non dice nemmeno che la complessiva superficie destinata al commercio è ben più alta di quella del supermercato, poiché raggiunge i 3.600 metri quadrati. Ma non dice che la decisione di insediare l’alimentare è tutta sua e della sua giunta, perché il Pgt impedisce l’alimentare e, soprattutto, prevede che venga realizzato dal privato e ceduto al Comune un servizio pubblico importantissimo”.
“Non dice infine – sostiene – che lo strumento urbanistico prevede il cambio di destinazione dell’area solo con la cessione “chiavi in mano” di un asilo nido-Punto gioco comunale di 400 metri quadrati, ritenuto dal Pgt la scelta strategica di quell’ambito. Senza asilo nido non ha senso il cambio di destinazione urbanistica, con buona pace degli investitori privati”.
Quindi altre considerazioni: “In paese gira voce che “tutto è ormai deciso e che bisogna rassegnarsi”, ma non è così: tutto è ancora da decidere, i cittadini possono dire la loro, le associazioni di categoria dovranno esprimersi in merito alla variante, tutte le parti sociali devono essere coinvolte perché le varianti urbanistiche volute dal privato e dall’Amministrazione Fasoli devono essere partecipate e devono passare in consiglio comunale, prima di diventare realtà. Nel prossimo consiglio comunale presenterò un’interrogazione per sapere che fine hanno fatto le oltre 1.000 firme raccolte un anno fa. Le opposizioni avevano chiesto al sindaco di convocare un consiglio comunale aperto ai cittadini per poter discutere dell’argomento, ma il sindaco ha risposto che non ricorreva l’interesse eccezionale previsto dal regolamento del Consiglio. Noi siamo ancora convinti che invece i cittadini debbano essere informati prima di tutto nella sede istituzionale”.
Grazia Scurria conclude: “Se viene rifiutato il confronto aperto sul tema, il dubbio che ci sia qualcosa da nascondere resta forte. Soprattutto perché, visto che la giunta Fasoli non vuole la realizzazione dell’asilo nido-Punto gioco comunale, in questa operazione non c’è alcun interesse pubblico. E allora la domanda è ancora quella: centro commerciale, scelta per tutti o interesse di pochi?”.