COLICO – Si fa un gran parlare, in questi anni e più ancora quando è alle porte la stagione delle escursioni, dell’importanza di segnalare adeguatamente i sentieri delle nostre montagne. In questa direzione, va detto, negli ultimi tempi nel Lecchese è stato fatto molto, in particolare dalle associazioni e dai volontari che hanno a cuore la sicurezza dei sempre più numerosi escursionisti soliti frequentare appunto i sentieri delle Valli, della Brianza e del Lago, senza dimenticare i numerosi percorsi che partono dal capoluogo e in particolare dai rioni alti della città.
Accade anche, però, che qualche volta ci sia chi si prende l’iniziativa di contrassegnare un determinato itinerario montano non nel modo più opportuno e soprattutto dipingendo la relativa segnaletica magari su costruzioni di proprietà privata e per di più oggetto di tutela per la loro particolare valenza architettonica.
E’ esattamente quanto accaduto al Forte militare spagnolo di Fuentes, sul Monteggiolo di Colico, la cui storia risale agli inizi del 1600, crocevia di innumerevoli passaggi di truppe, in particolari spagnole ma anche francesi e imperiali.
Militarmente attivo fino al 1782, il Forte venne dismesso per decisione degli austriaci. Tra i ruderi, sono peraltro perfettamente identificabili alcune strutture e tra queste la chiesa di Santa Barbara, inaugurata il 4 dicembre 1603 e ultimata alcuni anni più tardi.
Proprio sui muri di ciò che rimane di questo edificio sono stati dipinti, con vernice rossa e bianca, i segnali di un sentiero e ciò ha fatto arrabbiare (e non poco) l’assessore alla Cultura, beni culturali, identità e tradizioni della Provincia di Lecco, l’ente proprietario del sito archeologico dell’Alto Lario lecchese.
“E’ un fatto che stigmatizziamo – afferma Marco Benedetti – anche perché quei segnali sono stati dipinti su una proprietà delimitata da staccionate”.
“Inoltre – aggiunge l’assessore di Villa Locatelli – si tratta di un danno a un sito archeologico di proprietà della Provincia, che in particolare in questi ultimi anni si è adoperata per recuperare e tutelare questo edificio storico, di grande importanza, oltre all’area circostante”.
A giudizio sempre di Marco Benedetti “questo episodio evidenzia l’assoluta noncuranza del valore che il sito archeologico ha sotto l’aspetto turistico, storico e naturalmente culturale”.
La chiesa di Santa Barbara si trova sul lato ovest della Piazza d’armi. Era una costruzione raffinata e con volta a botte e ai lati vi erano gli alloggiamenti per il cappellano e per il tenente del Forte. Era riccamente decorata e conteneva arredi e utensili preziosi, necessari per il culto.
Oltre all’ambiente principale, la chiesa era dotata di due cappelle laterali, a testimonianza dell’importanza della religione nella vita dell’epoca.