Mentre prosegue il dibattito sui Trattamenti di fine vita a suon di lettere e dichiarazioni sulle pagine di Lecconotizie tra rappresentanti di partito e non solo, ecco giungere la lettera di un cittadino lecchese che fa parte di quei 1119 residenti che hanno sottoscritto e presentato la proposta di delibera relativamente alla costituzione del Registro dei Testamenti Biologici. Dalla sua lettera emerge la totale delusione nel vedere le Istitutizioni “gigioneggiare” (sia concesso il termine) nei confronti di un tema da molti sentito e che, come è stato ricordato e come viene nuovamente sottolineato nella missiva che riportiamo qui sotto, “è stato imposto a tutta Italia grazie all’alto senso civico di Beppino Englaro”.
“Sono uno degli oltre 1000 cittadini che hanno firmato la richiesta al nostro comune di istituire il testamento biologico. Ho anche seguito le sedute del consiglio comunale che hanno discusso e, purtroppo, bocciato questa civilissima richiesta.
Salvo rare e lodevoli eccezioni, la bocciatura è stata molto chiara, nel dibattito c’è chi ha bocciato la nostra richiesta con motivazioni ideologiche, altri addirittura con motivazioni “divine”, altri ancora hanno dichiarato che non è “nostra competenza” discutere di queste vicende, poi c’è chi dopo avere firmato e sostenuto attivamente la nostra richiesta, ha cambiato idea con una sorprendente motivazione: votiamo contro e subito dopo presentiamo e votiamo una mozione molto più rispondente alla realtà e alle leggi vigenti. Sono passati 6 mesi e leggo che stanno aspettando il parere del governo e dell’ordine dei notai, poi potrebbero chiedere anche il parere dell’Onu o dell’Unesco, così tanto per tirare in lungo. Forse sarebbe bastata una telefonata ai tantissimi comuni che hanno già dato ai propri cittadini questa civilissima possibilità.
Siamo la città di Beppino Englaro, che con il suo alto senso civico e il suo coraggio ha imposto questa importante discussione in tutta Italia, ma purtroppo siamo anche la città di Don Abbondio e di Azzeccagarbugli, dove la mancanza di coraggio e la ricerca del cavillo la fanno da padrone.
Assieme ai tantissimi altri cittadini che hanno firmato questa richiesta, non ho la pretesa di obbligare nessuno al testamento biologico ma avanzo il diritto di potere decidere della mia vita, altri, i Don Abbondio e gli Azzeccagarbugli pretenderebbero di decidere della mia, magari con il “conforto” di qualche notaio o di qualche giudice e speriamo non anche di qualche monsignore.
Con amarezza, ma anche con determinazione, continuiamo nella nostra battaglia”.
Alberto Anghileri