Tre statunitensi persi sul San Martino, a salvarli due lecchesi

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marco pirotta americani
Sulla destra Marco Pirotta in compagnia dei tre statunitensi

LECCO – Si sono persi sul San Martino senza avere la minima idea di dove si trovassero e, peggio, di come ritrovare il sentiero giusto per raggiungere l’auto quando il pomeriggio stava ormai volgendo al termine.
Brutta disavventura per tre statunitensi intenzionati a compiere un loop circolare: Resinelli (da dove sono partiti) – Belvedere – Crocione San Martino – Rifugio piazza – Valle Verde – Forcellino – Resinelli, quando si sono accorti di essersi persi.
A salvarli un ragazzo di Lecco, Marco Pirotta e la sua amica Chiara che ci hanno raccontato come si è risolta al meglio una giornata che avrebbe potuto avere un epilogo ben diverso.

“Nel pomeriggio di sabato, insieme alla mia amica Chiara abbiamo lasciato la macchina alla chiesetta di Rancio e siamo saliti al Crocione sul San Martino nonostante il tempo incerto. Arrivati in cima alle 18.30, abbiamo iniziato la nostra discesa verso il versante che guarda al Coltignone, incrociando immediatamente la strada che da una parte prosegue verso i Resinelli. In quel momento abbiamo visto una persona affannata correre verso di noi richiamando la nostra attenzione. Si trattava di un americano molto agitato che ci ha chiesto di aiutare lui e i suoi due amici, rimasti in quel momento indietro, a ritrovare la strada verso la loro macchina.
Percependo il suo stato d’animo agitato e la sua difficoltà a spiegarci da dove arrivassero e dove volessero andare, Chiara e io abbiamo preferito aspettare che anche gli altri due americani ci raggiungessero. Riunito il gruppo ci siamo fatti spiegare la situazione. Erano partiti alle 14 dal parcheggio davanti al grattacielo dei Resinelli (dove avevano la macchina) e, basandosi su una mappa molto poco dettagliata presente su una guida del Nord Italia avevano vagato per 4 ore e mezza per i sentieri cercando di compiere un loop circolare Resinelli – Belvedere – Crocione San Martino – Rifugio piazza – Valle Verde – Forcellino – Resinelli. Erano quindi sulla strada giusta, ma non avendo di fatto una mappa, ad ogni bivio si erano fermati a decidere, avevano provato diverse strade per poi tornare indietro ed avevano pure cercato di ripercorrere il sentiero al contrario per tornare alla macchina. Non ci erano tuttavia riusciti ed infine avevano deciso di proseguire sperando di incontrare qualcuno. Purtroppo per loro il cielo era nuvoloso e non hanno incontrato nessuno. A quel punto le possibilità erano tre: farli tornare indietro, farli continuare sul sentiero delle Valle Verde o portarli con me e Chiara alla chiesetta di Rancio, dove avevamo la macchina, per poi riportarli ai Resinelli con la mia macchina. Guardandoli ci sembrava tuttavia che non ci fossero né con la testa né con il corpo: erano in preda al panico, stanchi e preoccupati per il tempo nuvoloso e il rischio che il buio li cogliesse. A quel punto io e Chiara abbiamo deciso di imporci e “obbligarli” a seguirci e stare con noi, onde evitare che si cacciassero in qualche guaio maggiore.
Alle 19.45 siamo arrivati alla mia macchina sani e salvi. Io e Chiara eravamo ero molto sollevati all’idea che non fossero ancora dispersi tra i monti, senza sapere la strada né tanto meno l’italiano. Lasciata Chiara in stazione, li ho riportati ai Resinelli, dove mi hanno convinto ad accettare una cena offerta da loro al mitico 2184. Con una bella cena a base di pizzoccheri, brasato, polenta e funghi e tiramisù, ci siamo rilassati e abbiamo parlato piacevolmente. Hanno voluto sapere tantissime cose sulla storia e le caratteristiche delle nostre montagne, interessandosi in partcolar modo alla Resistenza e alle avventure del compianto Marco Anghileri Butch. Abbiamo inoltre parlato dei piatti delle nostre montagne, dei nostri vini e loro mi hanno raccontato del loro amato Winsconsin. Abbiamo anche scambiato quattro chiacchiere con i presenti al 2184, i quali si sono informati scherzosamente sulle intenzioni dei 3 americani per il giorno successivo, in modo da prepararsi al soccorso!
Alla fine di quest’ avventura eravamo tutti felici: loro per essere stati aiutati, io e Chiara per avere aiutato e conosciuto 3 simpatici americani del Winsconsin, oltre che per avere condiviso diverse ore in cui io personalmente ho potuto fare da Cicerone sui nostri luoghi e le nostre tradizioni, attività che mi piace molto”.